UN NOME CHE NON E' IL MIO - Dal 27 gennaio su Rai Gulp e su RaiPlay
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Se facessimo un minuto di silenzio per ogni vittima della Shoah, dovremmo restare in silenzio 11 anni e mezzo”. Comincia così il racconto del cortometraggio animato “
Un nome che non è il mio”, prodotto da Brand-Cross in collaborazione con Rai Kids e Rai Com in occasione del Giorno della Memoria con l’obiettivo di ridare voce e dignità a tutte quelle persone che l’hanno persa, in onda in prima tv assoluta lunedì 27 gennaio 2025 alle 19:35 su Rai Gulp, disponibile su RaiPlay e proiettato per tutta la giornata del 27 gennaio al Memoriale della Shoah della Stazione Centrale di Milano.
Luogo dedicato al ricordo delle vittime dell'olocausto in Italia, da cui fra 1943 e il 1945 partirono i treni della deportazione nazifascisti, oggi il Memoriale della Shoah della Stazione Centrale di Milano è un centro di cultura e laboratorio di cittadinanza. Lunedì 27 gennaio sarà possibile vedere il corto “
Un nome che non è il mio” presso una delle stanze della Testimonianza, dalle 09:30 alle 19:00. È possibile prenotare l’ingresso al Memoriale a questo link:
https://www.memorialeshoah.it/visita.
Diretto da Dario Piana, il corto è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Brunialti basato sulla vera storia dell’eroina polacca Irena Sendler e si avvale della voce narrante del seguitissimo giovane umanista Edoardo Prati e delle musiche originali di Paolo Jannacci. Per il suo grande valore di servizio pubblico, il cortometraggio ha ricevuto l’endorsement dall’organizzazione ebraica Benè Berith Roma e dalla Comunità Ebraica di Milano.
Il tema cruciale del cortometraggio, come anche dell’omonimo romanzo di Nicola Brunialti, è quello della memoria, delle nuove generazioni e dell’ascesa dell’antisemitismo. Il viaggio indietro nel tempo che compiono i protagonisti è quello che ognuno di noi può vivere, indispensabile per richiamare alla mente ciò che è accaduto e chiedersi perché, facendo sì che la memoria diventi portatrice di un senso per la costruzione di un futuro di umanità.
L’idea del cortometraggio, della durata di circa 13 minuti, è quella di inserire il cast di veri attori in un contesto di “realtà pittorica” in cui gli ambienti circostanti sono stati realizzati con disegni originali all’acquarello grazie alle illustrazioni di Michele Tranquillini. In un secondo momento, anche gli attori reali sono stati trattati in acquarello: “
L’abbiamo fatto per ottenere un effetto pittorico generale unico e coinvolgente. Ho scelto di trattare l’animazione in modo più “artistico” per spaziare in una dimensione più poetica e innovativa, tramite una tecnica leggera come quella dell’acquerello, libera da vincoli”, spiega il regista
Dario Piana.
Il racconto prende il via nella Varsavia del 1939, quando il piccolo Janusz (Samuel Ventura) sale sul furgone dell’infermiera Irena Sendler (Debora Palmieri), lascia la mano della madre e vede i suoi genitori sparire all’orizzonte. Con un balzo temporale, i telespettatori vengono trasportati ai giorni nostri, tra le strade di Vienna, dove il giovane Marcus (Marco Arzani) imbratta un muro con il simbolo della svastica insieme ad altri ragazzi incappucciati, che scappano non appena arriva Rudolf (Gian Carlo Dettori), il nonno di Marcus.
Da questo momento inizia il racconto di Rudolf, che per la prima volta svela alla sua famiglia una verità che aveva sempre tenuto per sé: partendo dall’invasione della Polonia, dalla segregazione degli ebrei nei ghetti, spogliati di tutti i loro averi e dei loro diritti, e dalla deportazione nei campi di sterminio, Rudolf narra anche di persone che non rimasero indifferenti di fronte a quell’abisso di dolore e cattiveria e che decisero di rischiare la propria vita per salvare quella di perfetti sconosciuti. Come Irena Sendler, “la Schindler di Varsavia” che portò fuori dal ghetto quasi 3000 bambini ebrei e, tra questi, anche lo stesso Rudolf, che alla fine si scopre essere, in realtà, il giovane Janusz. Affidati a famiglie polacche o a istituti religiosi, infatti, i bambini ebrei salvati da Irena presero le generalità di altri bambini scomparsi e cominciarono a vivere le vite di qualcun altro, con altri nomi e altri compleanni. Lontani dalle loro famiglie ma vivi, quei bambini hanno potuto crescere e diventare grandi, grazie all’aiuto di chi ha deciso di non voltarsi dall’altra parte.
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Un nome che non è il mio” è prodotto da Brand-Cross in collaborazione con Rai Kids e Rai Com, liberamente tratto dall’omonimo libro di Nicola Brunialti. Prodotto da Emanuela Cavazzini. Soggetto e sceneggiatura di Nicola Brunialti. Musiche originali di Paolo Jannacci. Voce narrante Edoardo Prati. Illustrazioni di Michele Tranquillini. Con la straordinaria partecipazione di Gian Carlo Dettori. Produttrice Rai KIDS Sara Cabras. Produttrice esecutiva Brand-Cross Annamaria Onetti. Direzione Creativa Francesca Pratesi. Regia di Dario Piana. Montaggio Vilma Conte. Postproduzione, VFX, 3D Pasteup. Sincronizzazione, mix e sound design Disc to Disc.
23/01/2025, 14:16