IL CINEMA MISTERIOSO DI FABIO CARPI - Dal 6
al 16 marzo al Cinema Arlecchino di Milano
Il 19 gennaio 1925 nasceva a Milano Fabio Carpi, regista, sceneggiatore, scrittore e intellettuale che ha arricchito e segnato la scena culturale e artistica italiana del secolo scorso. A lui e alla sua opera cinematografica Cineteca Milano dedica una rassegna in cinque film, intitolata “
Il cinema misterioso di Fabio Carpi” che si terrà al cinema Arlecchino di via San Pietro all’Orto a Milano dal 6 al 16 marzo che attinge dall’archivio personale del regista milanese.
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Il cospicuo fondo Fabio Carpi, donato dallo stesso regista e conservato presso l’Archivio storico di Cineteca Milano" - scrive
Matteo Pavesi, direttore di Cineteca Milano - "
testimonia, attraverso l’affascinante intreccio di materiali filmici ed extrafilmici, tutta la vivacità intellettuale di questo autore difficile e ricchissimo. Il fondo documenta in modo capillare la feconda attività cinematografica di Carpi (mediante le copie personali 35 mm di alcuni suoi film), così come la sua non meno raffinata produzione letteraria (con volumi a stampa e manoscritti); il prezioso corredo paratestuale delle sue opere filmiche (con oltre 500 fotografie di scena), così come l’intensa attività di promozione culturale (attraverso, per esempio, le sceneggiature dei radiodrammi) e di scambio intellettuale (svolto da un vivace epistolario con scrittori come Italo Calvino). Mai come in questo caso i percorsi intertestuali tra le diverse scritture, pubbliche e private, letterarie e cinematografiche, artistiche o “di servizio”, consentono di ricostruire il profilo “a tutto tondo” di una complessa personalità artistica. A partire da questo intreccio, durante la rassegna alla proiezione di cinque fra i suoi lungometraggi più significativi, si affiancherà la presentazione di alcuni rari sottotesti o paratesti che si legano appunto alla ideazione, alla realizzazione o alla fortuna critica di quelle opere"».
Il programma della rassegna prevede il film di esordio "
Corpo d’amore" (1972), "
Quartetto Basileus" (1982), "
Barbablù, Barbablù" (1987), "
Nel profondo paese straniero" (1997) e il suo ultimo film "
Le intermittenze del cuore" (2003). Il cinema di Fabio Carpi è il frutto dei molteplici stimoli culturali, provenienti dalla letteratura, dal teatro, dalla storia, dalla filosofia. I suoi copioni hanno spesso una origine letteraria e scandagliano i temi della psicoanalisi, della vecchiaia, dello scorrere del tempo e dell’animo umano. Nei suoi film non mancano riferimenti a Marcel Proust, Thomas Mann, Gertrude Stein, Raymond Radiguet, Novalis.
Fabio Carpi iniziò la sua carriera negli anni '40 come critico cinematografico per i quotidiani Libera Stampa e L'Unità. Nel 1951 si trasferì in Brasile, dove, insieme con Luciano Salce, Adolfo Celi e altre professionalità italiane, è coinvolto come sceneggiatore nell’impresa della Vera Cruz, casa produttrice diretta dal leggendario regista Alberto Cavalcanti, per la quale Carpi scrive il film Uma pulga na balança, diretto nel ’53 da Adolfo Celi. Rientrato in Italia nel 1954, lavorò come sceneggiatore alla realizzazione di film quali Il vedovo (Dino Risi, 1959), Un uomo a metà (Vittorio De Seta, 1969), Diario di una schizofrenica (Nelo Risi, 1968) e Bronte, cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato (Florestano Vancini, 1972).
Proprio i film di De Seta e Nelo Risi segnalarono il precoce interesse per la psicanalisi che Carpi, dopo il passaggio dietro la macchina da presa come documentarista (Zavattini, parliamo tanto di me, 1966), approfondì già dal suo esordio del ’72, Corpo d’amore. La sua non folta filmografia (nove lungometraggi in trent’anni), disegna un personalissimo e coerente itinerario sempre fedele a un cinema d’arte e di scrittura.
21/02/2025, 19:06