Note di regia di "Goodbye Baghdad"
Raccontare la vicenda che lega, indissolubilmente, la vita di Giuliana Sgrena e la morte di Nicola Calipariera per me una tappa necessaria verso una nuova forma di racconto nella quale avventurarmi. Venendo dal mondo del documentario ho da sempre trovato, personalmente, la realtà più affascinante della finzione ed è per questo motivo che proprio da una storia vera sono voluto partire per affrontare, per la prima volta, il racconto cinematografico classico. Quello che accadde in quella notte del 2005 a Baghdad mi ha, da sempre, interessato sia come autore che come regista e in me cresceva sempre di più l’esigenza del trasporre l’avvenimento in narrazione. Il mio interesse, oltre che per la vicenda umana e politica, si è direzionato nella ricerca di un racconto del reale che potesse ibridare parzialmente i generi appoggiandosi su una struttura assolutamente aderente alla verità, avvolta però da un vestito più vicino ai canoni del cinema di genere. Una volta elaborato tutto questo, ho deciso di concentrarmi su una parte molto specifica di questa lunga e complessa vicenda, concentrandomi sugli attimi che separano la liberazione dalla tragedia.
Simone Manetti15/03/2025, 09:14