Note di regia di "La Ricorrenza"
Ho vissuto la maggior parte della vita in una cittadina campana, Avellino, fortemente legata alle sue tradizioni ma che, per sopravvivere, ha bisogno di un rinnovamento. Tale condizione fa sì che s’insinuino falsi profeti che con i loro simboli promettono la salvezza, senza rendersi conto di condurre la comunità ad una perdita dell’identità culturale. La ricorrenza nasce proprio da questo: è l’incontro tra due persone che non riescono a capirsi e che probabilmente non ci riusciranno mai, essendo troppo attaccati alle loro convinzioni. Aufiero, deciso a non cedere a compromessi e a rimanere nella staticità, resta incastrato ossessivamente al passato. Nottola, invece, accecato dal mito della modernità, non riesce a vedere le limitazioni della città di cui è alla guida. Sullo sfondo, la figura dell’afflitto, che assiste con sofferenza al suo abbandono. Con questo cortometraggio ho voluto giocare con i contrasti: il vecchio e il nuovo, la città e il bosco, cercando con la regia di focalizzarmi sul vero protagonista di ogni scena, che non è sempre Aufiero.
In sostanza, con questo cortometraggio non ho solo cercato di parlare delle tradizioni che vanno perdendosi ma anche di mostrare come l’egoismo umano, sempre più dilagante, faccia dimenticare ai cittadini la grande bellezza che si nasconde dietro la comunicazione e la solidarietà con l’altro, l’osservazione e la comprensione di ciò che ci circonda.
Angelo Giordano