Note di regia di "Paura dell'Alba"
La Resistenza negli Appennini fa parte della mia formazione, è una sorta di eredità personale che mi porto dietro per ragioni familiari e che mi segna, come artista e come cittadino. La mia volontà è quella di iniziare, con Paura dell’Alba, un racconto diffuso sulla lotta di Liberazione, che si estenderà oltre i confini italiani, attraversando la Spagna, i Balcani e il Sud della Francia, ma a partire dalle storie che mi hanno accompagnato fin da piccolo.
Il film nasce dalla volontà di restituire il sentimento intimo della guerra civile, isolando alcuni eventi e trasformandoli in immagini poetiche e performative. Il paesaggio appenninico, con la sua durezza e il suo silenzio, diventa scenario vivo della narrazione, mentre costumi e scenografie abbandonano il realismo storico per un’estetica atemporale, in cui la violenza trascende il contesto della Seconda guerra mondiale.
L’impianto visivo intreccia sequenze girate in pellicola 35mm e 16mm, che conferiscono ai ritratti partigiani un carattere pittorico ed evocativo, con immagini d’archivio provenienti da vari Istituti Storici della Resistenza, che si inseriscono nel montaggio con l’obiettivo di restituire un senso di conflitto e paura.
Enrico Masi