Sinossi *: Nell’estate del 1944, durante i 45 giorni della Repubblica Partigiana di Montefiorino, si combatte una guerra civile. Nelle montagne tra Emilia e Toscana avviene il controverso episodio del gruppo di Nello Pini, colpevole di aver ucciso senza processo un gruppo di miliziani fascisti. Attraverso testimonianze dirette, atti performativi e momenti di approfondimento, la Resistenza rivive con la finzione, mentre il passato si intreccia con le immagini di un territorio che ancora ne porta i segni. Paura dell’alba è un racconto nel silenzio degli alti crinali dell’Appennino, formalmente ibrido tra astrazione e urgenza memoriale di un frangente delicato in cui prende forma l’identità della Repubblica Italiana.
Note:
I materiali d'archivo presenti nel film sono tratti dall'Istituto Storico Parri Bologna, Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, Istituto Storico Toscano della Resistenza Firenze, Istoreco Reggio Emilia, Archivio storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia, Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma.
L’INQUADRAMENTO STORICO
All’indomani dell’8 settembre 1943, l’Italia è lacerata dal conflitto: le truppe naziste occupano il Paese, mentre il neonato regime fascista della Repubblica Sociale recluta con la forza giovani renitenti alla leva. Sulle montagne dell’Appennino modenese, giovani ribelli si danno alla macchia per sfuggire alla repressione, formando le prime bande. L’inverno scorre tra nascondigli e fughe, ma con la primavera prende piede il movimento resistenziale. Le azioni dei partigiani si fanno audaci: attaccano fascisti, si riforniscono di armi e organizzano agguati, mentre la rappresaglia nazifascista si abbatte sulla popolazione civile con massacri efferati (Susano, Monchio, Castrignano, Civago e Cervarolo, nel marzo 1944). Con l’appoggio di parroci coraggiosi come Sante Bartolai, Mario Prandi e Nino Molari, e sotto la guida di figure emblematiche come Mario Ricci “Armando”, Norma e Giuseppe Barbolini, Giovanni Rossi, Nello Pini, Ermanno Gorrieri Teofilo Fontana, Cesario Palandri, Mario Nardi, Ermanno Gorrieri e Marcello Catellani, le bande si trasformano in vere e proprie brigate, coordinate dal CLN. La guerra civile è feroce: i partigiani devono combattere non solo il nemico in divisa, ma anche le insidie dei delatori e degli infiltrati. La lotta è fatta di scelte difficili, di coraggio e sacrificio, ma anche di azioni spietate, come quelle della banda di Nello Pini, che si distingue per la sua spregiudicatezza. Pur sostenuta dalla popolazione, l’azione dei gruppi partigiani è l’esito delle decisioni degli uomini al comando, che agiscono di concerto ma anche per iniziativa personale. E sono mille gli episodi di coraggio e abnegazione, ma anche di violenza, in risposta alla ferocia fascista, molto spesso gratuita. Nel giugno 1944, dopo settimane di assalti alle caserme fasciste, i miliziani abbandonano le alture lasciando la possibilità ai partigiani di avanzare, aiutati dai lanci aerei di armi e munizioni degli Alleati. Il 17 giugno nasce così la Repubblica di Montefiorino, un’area di 600 km², amministrata dai partigiani e popolata da migliaia di uomini e donne accorsi a sostenere la causa della Resistenza. Ma la libertà ha vita breve: già il 30 luglio inizia la controffensiva tedesca che in 4 giorni spazza via la zona libera.
LA VICENDA NARRATA
Nel caos della guerra civile, dove fidarsi di qualcuno poteva significare vivere o morire, si consuma una tragedia: il 15 giugno 1944, quindici uomini della Polizia Ausiliaria di Modena disertano, in armi e divise, e raggiungono la montagna, cercando rifugio tra le fila dei resistenti. Portano con sé una lettera del CLN modenese, che ne certifica la volontà di unirsi alla lotta di Liberazione. Ma nel clima di sospetto che avvolge la guerra partigiana, nulla è certo. Giunti a Montemolino di Palagano, vengono fermati e portati al quartier generale della banda di Nello Pini, comandante noto per la sua durezza. Alcuni partigiani credono alla loro sincerità, altri temono che siano infiltrati. Nello non ha dubbi: li considera spie e ordina la loro immediata fucilazione, insieme alla staffetta che li aveva accompagnati. Questo atto brutale alimenta la fama spietata di Nello, attirando su di lui il giudizio del Comando Generale con a capo Armando, che lo fa arrestare. Mentre l’offensiva tedesca incalza, il comandante viene processato da un tribunale partigiano e condannato a morte. Il 31 luglio 1944, Nello, suo fratello e alcuni dei suoi uomini vengono giustiziati.
LA TESTIMONIANZA DIRETTA
Tra gli uomini che accorsero a Montefiorino, ci furono anche i “pistoiesi” della brigata Gino Bozzi, tra i quali militò il giovane Germano Pacelli, classe 1924, operaio che ebbe vita non facile, ma anche artista e scultore. Il film ne riporta la testimonianza, raccolta da Pier Giorgio Ardeni qualche mese prima della morte avvenuta nel gennaio 2024: il racconto, dalla sua viva voce, di quei giorni duri, delle missioni che gli furono affidate e dell’esecuzione di Nello Pini, di cui fu testimone.