BIF&ST 16 - Afrodite, alla ricerca della libertà
Sicilia, 1993. Ludovica (Ambra Angiolini) è una subacquea che ha visto andare in fumo i suoi sogni nel modo più tragico possibile. Rimasta sola e con troppi debiti da ripagare alla mafia, è obbligata a prelevare un misterioso carico da una nave sommersa dal nome “
Afrodite”. Trasferita a forza in un rifugio isolato a ridosso del mare, la donna dovrà convivere con Sabrina (Giulia Michelini), la sommozzatrice che l’aiuterà sott’acqua, e con il suo compagno Rocco (Gaetano Bruno), un affiliato della malavita. Entrambe le donne inizialmente non si piacciono, si osservano con diffidenza, ma presto capiranno di avere molto in comune.
“In acqua ero libera…ci sono debiti che sei costretta a pagare, e da oggi il mare è la mia prigione”, così esordisce Ludovica nell’incipit di “Afrodite”, film diretto da
Stefano Lorenzi, scritto dal regista insieme ad Alessandro Nicolò, in cui appunto il mare diventa per le protagoniste una trappola dalla quale è difficile scappare. Una trappola resa tale da uomini di mafia che, come la storia ci ha tristemente insegnato, negli anni ’90 si macchiarono di atroci stragi, ferite che mai potranno rimarginarsi. Quello raccontato nel film di Lorenzi sono le vite “a margine” della “grande Storia” di mafia, quelle che loro malgrado ne sono state collaboratrici, come Ludovica, finita in una spirale che sembra senza via d’uscita, o Sabrina, che asseconda le richieste del suo compagno per il miraggio di una vita diversa, lontano da quell’isolamento forzato.
Tra un rifugio fatiscente e le profondità di un mare che cela misteri, Stefano Lorenzi dirige la storia di due donne che riescono a respirare solo in acqua, mentre in superficie sono vittime di violenza e solitudine, di una vita senza slanci in una terra martoriata dagli attentati, dalla morte, macchiata di sangue. Partendo da una vicenda reale, la scoperta che gli attentati mafiosi del biennio 1992 – 1993 avessero tutti la stessa matrice di tritolo, proveniente da una nave affondata durante la seconda guerra mondiale nei pressi dello stretto di Messina, il regista racconta un sentimento universale, quello tra due donne, un incontro di anime più che fisico, che gli dà la possibilità di raccontare il femminile senza retorica, ma facendo un ritratto di due persone che riescono a trovare in loro stesse la forza per inseguire il loro sogno di libertà. Come la Sicilia, la terra che abitano, bellissima ma violentata e sfruttata, che negli anni ha trovato la forza di reagire al male più profondo, così Ludovica e Sabrina trovano il coraggio di ribellarsi rinascendo da quelle acque che sono il principio di tutto.
Stefano Lorenzi dirige scene di toccante intensità anche sott’acqua con
Ambra Angiolini e Giulia Michelini senza controfigure, immerse a un certo punto in un vero relitto in uno dei momenti più adrenalinici e delicati di tutto il film.
25/03/2025, 12:26
Caterina Sabato