CHARLOTTE, UNA DI NOI - Colla: "Charlotte non lascia indifferenti"
Rolando Colla sta accompagnando in un tour per le sale italiane il suo film più recente, "
Charlotte, una di noi", scritto insieme alla sua attrice protagonista, Linda Olsansky. Charlotte è una donna di 42 anni schizofrenica che abita in una casa isolata con il padre ma in realtà vive in un mondo tutto suo. Quando il genitore viene ricoverato in ospedale per un infarto il fratello di Charlotte, Leo, torna in paese dopo dieci anni chiedendole di andare in Svizzera con lui. È l'inizio di un'avventura per Charlotte che non ha mai viaggiato prima.
Colla, ha scritto il film insieme alla sua protagonista, Linda Olsansky: è la prima volta che lavorate in questo modo, anche se avete già fatto diversi film insieme.
Creare un personaggio come quello di Charlotte è veramente una sfida, non si riesce a definire facilmente neanche il suo disagio mentale, non è facile da capire. Non è di certo un personaggio classico, è complesso, non facile da catturare al volo: rimane sempre la sensazione di non sapere qualcosa di lei, bisogna affidarsi all'intuizione...
Sapevo che con Linda avrei avuto una co-sceneggiatrice di cui fidarmi, anche io conosco un po' il disagio mentale e insieme pensavo potessimo scriverla al meglio: lei scriveva più il personaggio, sono sue tutte le proposte di disegni, pupazzi, il rapporto con gli animali... tutto il percorso di Charlotte arriva da input di Linda.
Su una struttura semplice e lineare come quella del diario, io ho poi scritto la piccola storia di un personaggio che esce dal suo mondo controllato e limitato dal padre, che scopre la vita.
Linda è stata decisiva per scrivere il personaggio di Charlotte, ha mai avuto dubbi che fosse anche l'attrice giusta per interpretarla?
Ero convinto da subito: il carburante della creatività è sempre l'autobiografia e qui c'è qualcosa della mia vita privata e della sua, naturalmente. Fa parte di qualcosa che è meglio non rendere troppo esplicito...
Linda per quattro anni ha diretto un'istituzione in Francia che raccoglie persone con disagi mentali che volevano essere creative e venivano guidate da lei. Abbiamo già fatto quattro film insieme, durante il Covid le chiesi se avesse avuto modo di fare un solo ultimo ruolo, quale avrebbe voluto fare e lei mi ha parlato per la prima volta di Charlotte.
Non volevamo fare un film didattico, lei desiderava vivere questo personaggio: credere in lei era il mio compito principale. La difficoltà era rimanere abbastanza asciutti, per questa storia è fondamentale e poi Linda viene dal teatro, ha fatto anche tante cose radicali in scena.
"Fare meno" è stato uno dei consigli che ci siamo dati più spesso, "non carichiamo". Ammetto che per lei non è stato facile abbandonare Charlotte a fine riprese, ma sono stato sorpreso dalla velocità con cui entrava nel ruolo.
Dalla parola al set: quali difficoltà ha dovuto affrontare per mettere in scena questo testo?
Trovo sempre difficile portare gli attori al giusto livello di autenticità, almeno per me: io guardando i film sono sempre molto sensibile verso il non autentico, come spettatore ne sono infastidito. Abbiamo fatto molte prove, tanto lavoro sulle scene più emotive per poi catturare, mentre si girava, la verità.
Magari in una scena Linda era bravissima ma il padre o il fratello no... bisognava trovare il giusto colore, la "vita" del film. Ero molto concentrato ma non troppo rigoroso o autoritario, se no queste cose non escono, restando comunque sempre esigente.
Dal punto di vista tecnico c'erano i filtri adeguati da trovare, quando Charlotte è minacciata percepisce il mondo non a fuoco, e noi vediamo quel che vede lei. Non dimentichiamo poi il movimento della macchina da presa, anche l'operatore - che è stato il nostro direttore della fotografia, Nikolai Von Graevenitz - doveva "essere" un po' Charlotte.
Avevo visto alcuni suoi documentari e da tempo avevo in mente di lavorare con lui, ha subito avuto grande simpatia per il personaggio di Charlotte, sentiva come il bisogno di proteggerla, era sempre dalla parte di lei... e questo si vede.
Come sta reagendo il pubblico finora? Non è un film da approcciare in maniera passiva...
Abbiamo avuto la prima mondiale ad Hanoi, in Vietnam, è stato molto interessante: là è tutta un'altra cultura. La prima cosa al Q&A che hanno chiesto a Linda è stata se avesse effettivamente questo disagio mentale, non era un'attrice per loro, alcuni non l'avevano neanche riconosciuta.
Questo film, è vero, fa già una sorta di selezione con il pubblico, non lo si sceglie per divertirsi, lo si va a vedere per fare un piccolo viaggio, per scoprire qualcosa di più anche solo a livello intuitivo. Ci vuole una certa sensibilità, curiosità e intelligenza. Charlotte non ti lascia indifferente, di sicuro.
27/03/2025, 11:45
Carlo Griseri