Note di regia di "L'Amore, in Teoria"
Raccontare l’amore nelle sue dinamiche, emozioni e complessità, è da sempre uno dei principali stimoli da cui partire per immaginare film, romanzi, canzoni. Lo spettatore vuole innamorarsi con i suoi protagonisti, vuole soffrire e gioire con loro, e la commedia sentimentale ha questo delicato e allo stesso tempo difficile compito che ogni volta è per me una bellissima sfida ed un grande stimolo.
Quando Gennaro Nunziante mi ha parlato per la prima volta del progetto mi ha da subito affascinato l’idea di affrontare con slancio questa bella avventura, ma mentre andavo avanti nel leggere, nel lavorare con le brave Amina Grenci e Teresa Fraioli, nel parlare con Nicolas Maupas e nel cercare gli altri attori per completare il cast, mi rendevo conto dell’importanza che poteva avere questa storia.
Mentre stavamo lavorando al film mi sono reso conto che erano esattamente 20 anni da quando realizzai il mio film d’esordio, quel “Tre metri sopra il cielo” che è diventato un piccolo cult per una generazione di giovani e giovanissimi e che ha raccontato loro con sincerità la forza e sofferenza del primo amore. Sono cambiate tante cose in vent’anni, tantissime nel modo di relazionarsi e di innamorarsi, e proprio questo è diventato per me un interessantissimo punto di vista da cui partire per raccontare questa storia: considero “L’amore, in teoria” un secondo capitolo di una trilogia sull’amore, come mi fossi ripromesso di verificare ogni vent’anni lo stato del sentimento delle nuove generazioni rispetto alle dinamiche e alle emozioni che posso riconoscere e mettere in scena io, con la mia sensibilità ormai di un’altra epoca.
Grazie alla sensibilità di Nicolas Maupas, Martina Gatti e Caterina De Angelis, anche questa volta la sfida è stata davvero stimolante, e riuscitissima: le dinamiche del racconto, del rapporto fra ragazzi e ragazze sono completamente diverse da vent’anni fa, ma l’emozione che ci guida nell’innamoramento, nella sofferenza, nel cambiamento e nel sentimento forse no. Questo percorso ci ha portato a raccontare una generazione che ha sofferto e sta soffrendo, ma che forse ancora di più ha voglia e bisogno di innamorarsi, ma ne ha terribile paura.
Spero che il pubblico possa amare il nostro film e sono orgogliosissimo e felicissimo di aver potuto condividere con Nicolas questa ambiziosa sfida e il suo primo ruolo da protagonista al cinema. Nicolas ha dimostrato davvero una capacità, sensibilità e sincerità non comuni, oltre a delle corde ironiche inaspettate, aiutato e supportato dallo straordinario lavoro di Martina e Caterina, del fantastico gruppo di amici Gianluca Di Gennaro, Irma Ticozzelli e Domenico Pinelli e con l’aiuto dell’esperienza e profondità dei due eccezionali Franceschi, Colella e Salvi.
Luca Lucini16/04/2025, 18:51