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Sinossi *:
Da bambino mio nonno mi portava a vedere i suoi orizzonti.
Sono tornato da adulto e non li ho trovati più
.”
Un bambino, in estate, dalla città di Napoli in cui vive, va a trascorrere le vacanze dal nonno contadino in un piccolo paesello dell’appennino campano ai confini con la Puglia.
Ogni giorno delle vacanze estive che trascorrono insieme, il nonno con il nipotino fanno lunghe passeggiate sull’altopiano e lui gli racconta storie avvincenti di quel luogo magico e misterioso che fu la terra dei loro antenati con i suoi bellissimi orizzonti che riempirono di stupore gli occhi del bambino, godendo entrambi della bellezza e della serenità che il luogo offriva.
Crescendo il bambino porta con sé i ricordi dell'altopiano con i suoi bellissimi orizzonti.
Torna in quei luoghi dopo 40 anni e non ritrova più i suoi orizzonti, persi tra grandi mulini eolici.
Trova quei luoghi violentati nella loro bellezza, trova migliaia di persone costrette a subire gli effetti della presenza di grandi torri eoliche posizionate a pochi metri dalle abitazioni e dai luoghi di vita, che compromettono paesaggi, ambienti e comunità rurali. Trova un rumore insopportabile ed ininterrotto, uno sfarfallio costante e opprimente all’interno delle abitazioni, percepisce rischi per gli animali selvatici e vede un paesaggio orribilmente compromesso. L’Eolico selvaggio sta rivelandosi sempre più la folle autodistruzione di un popolo che, calpestando il bene comune, non sa vedere oltre alla miope ed avida rapina di ogni risorsa disponibile. Una pioggia di progetti devastanti, camuffati da opere di pubblica utilità, stanno travolgendo senza scrupoli ogni regime di protezione dell’ambiente, cancellando quelli che per millenni sono stati gli orizzonti dei nostri avi, orizzonti perduti nel nome della cultura dominante di stampo pseudo-ambientalista.
Parchi Industriali Artificiali, composti non di flora e di fauna, ma di pale eoliche con torri alte più di 100 metri che hanno profanato indiscriminatamente il più prezioso patrimonio di cui questi luoghi dispongono: paesaggi, foreste, ecosistemi, natura, biodiversità. Montagne e colline sono state sventrate e contaminate non da piantagioni di alberi, ma da torri d’acciaio alte più di 100 metri.
Scriveva Goethe nel suo ‘Viaggio in Italia’: “Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato”.

Cast


Soggetto:
Vito Nicoletta

Sceneggiatura:
Vito Nicoletta

Musiche:
Vito Nicoletta

Montaggio:
Vito Nicoletta

Fotografia:
Vito Nicoletta

Produttore:
Vito Nicoletta

TRAILER



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