Sinossi *: Il Cilento, che non ama sentirsi provincia di Salerno, è quasi interamente contenuto nel "Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano" dal 1997 protetto dall'Unesco. 180.000 ettari di terreno, il secondo parco d'Italia. Eppure, tagliato fuori dalle rotte delle autostrade, lontano da città storiche o artistiche, vive di un isolamento antico, medievale.
Il Cilento e il suo Parco Nazionale sono una terra sconosciuta, anche agli italiani, chiusa da monti disseminati di grotte e coperti prima di olivi e poi, metro dopo metro, da castagneti e pineti.
Percorrere il Cilento è come viaggiare nella storia. Tutto sembra immobile dai tempi di Velia, città romana cara a Cicerone, o pietrificato come nelle case di Rossigno o nei ruderi di San Severino. In realtà il tempo semplicemente trascorre con un ritmo diverso, più lento: la caduta delle olive, i ritmi della pesca, la lentezza con cui scorre la calda estate dalla quale si trova scampo solo nel fresco della sera, in lunghe chiacchiere ai tavolini dei bar.
Una terra affascinante e malinconica, sgretolata dal sole e tenuta assieme dalle radici secolari di olivi contorti e dai cespugli di mirto che lottano contro il vento del mare.
Uomini e olivi rugosi, induriti dall'asperità della natura e dalla fatica di un lavoro agricolo antico e difficile.
Il Cilento è una terra che si apre inattesa nel sud della Campania. La percorreremo e la racconteremo partendo dagli uomini, dalle pietre delle case, dagli olivi (alcuni millenari e veri e propri monumenti naturali), e dalla ricca e variegata fauna che popola la macchia mediterranea cilentana. Sarà un viaggio poetico per scoprire il cuore più intimo di una terra e dei suoi abitanti. Racconteremo il Cilento dal suo interno, dall'ombra delle sue case, dalle sue strade silenziose e tortuose, dalle rovine di una torre aragonese o dalla veranda di una casa di pescatori, dalle pendici di un monte coperto di olivi o da una barca che sulle onde del Tirreno cerca il corpo o l'anima di Palinuro, nocchiero di Enea.
Racconteremo quegli alberi di olivo protetti dall'Unesco come patrimonio dell'umanità, come un monumento vivente che ha osservato silenzioso lo scorrere delle stagioni proteggendo una terra da sempre diversa da ogni altra terra.