Nata a Carpi (Modena), laureata in lettere antiche all'Università di Bologna, diplomata al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, Liliana Cavani realizza a partire dal 1962 importanti documentari alla Rai su tematiche forti, fra i quali Storia del Terzo Reich (1962), L'età di Stalin (1963), La casa in Italia (1964), Philippe Pétain: processo a Vichy, che ottiene il Leone d'Oro per il documentario alla Mostra di Venezia nel 1965. Esordisce nel lungometraggio nel 1966 con il film per la tv Francesco d’Assisi...visualizza tuttoi, protagonista Lou Castel, opera con cui ottiene la notorietà, presentata alla Mostra di Venezia e premiata come miglior film al Festival di Valladolid. Le figure storiche di cui Liliana Cavani si occupa la interessano per l’attualità del loro insegnamento, che offre modelli non violenti di contestazione degli ordini esistenti. Ciò avviene anche nel caso del successivo Galileo (1968), girato per il grande schermo e in concorso alla Mostra di Venezia, dove accanto al ritratto dello scienziato, emerge l'inquieta figura di Giordano Bruno. Vi si legge il conflitto seicentesco fra scienza e religione allusivo a quello moderno fra individuo e potere. Gira poi I cannibali (1969), con Pierre Clémenti e Britt Ekland, presentato alla Mostra di Venezia, opera metaforica che allude al “cannibalismo” del potere rispetto alle spinte antagoniste della società. Realizza poi nuovamente per la tv L’ospite (1971), interpretato da Lucia Bosè, inchiesta sul disagio mentale che partecipa alla Mostra di Venezia, e Milarepa (1974), in concorso al Festival di Cannes, sull’esperienza mistica di un eremita tibetano. Ottiene un notevole successo di critica e pubblico con Il portiere di notte (1974), interpretato da Dirk Bogarde e Charlotte Rampling, sul rapporto fra un ex torturatore delle SS e una prigioniera ebrea, vissuto nuovamente anni dopo la fine della guerra. Il film riprende il tema dell'analisi del potere intrecciato all'ambiguità della natura umana. È del 1977 Al di là del bene e del male, sul rapporto privato tra Nietzsche e Lou Andreas Salomé, seguito da La pelle (1981), tratto dal romanzo di Curzio Malaparte. Prima del successo internazionale di Interno berlinese (1985), tratto da Tanizaki Jun'ichirō, torna a partecipare alla Mostra di Venezia nel 1982 con un nuovo film sul tema della follia, Oltre la porta. In seguito è ancora al Lido con Dove siete? Io sono qui (1993), premiato con la Coppa Volpi per la migliore attrice ad Anna Bonaiuto, e nel 2002 con il thriller Il gioco di Ripley, con John Malkovich. Sulla figura di Francesco torna nel 1989 con il film omonimo interpretato da Mickey Rourke, e nel 2014 con un nuovo film per la tv. È del 2012 la partecipazione alla Mostra di Venezia con il cortometraggio Clarisse, che vince il Premio Pasinetti. Nello stesso anno ottiene un David di Donatello speciale. Nel gennaio scorso Liliana Cavani è stata festeggiata al Ministero della Cultura in occasione del suo compleanno.