Aspirante giornalista e scrittrice di romanzi Elena Bucaccio vede un futuro nella scrittura quando si iscrive alla Facoltà di Scienze della Comunicazione. Per caso risponde a un annuncio per un corso di sceneggiatura promosso dalla Rai e da lì comincia la sua carriera come sceneggiatrice. Lavora per la serie tv “Incantesimo” e, successivamente, grazie all'incontro con Ivan Cotroneo e Alessandro Sermoneta, esce dall'ambiente della lunga serialità. Con Sermoneta scrive la miniserie “La città dei matti” da cui nasce ...visualizza tutto una collaborazione con l'Associazione Basaglia presso cui tiene corsi di scrittura della diversità per i liceali di Venezia. Cotroneo la introduce invece nel gruppo di “Tutti pazzi per amore”. Tra i suoi altri lavori ci sono “Don Matteo”, “Ho sposato uno sbirro” e “Il commissario Montalbano”.
Elena Bucaccio ha assorbito nella sua vita tutte le influenze della cultura pop, tra cartoni animati e serie tv: «Credo di far parte della prima generazione di sceneggiatori cresciuta nell'era della lunga serialità internazionale. Sono venuta su a pane e Love Boat, Cosmopolitan e Sex and the City. La mia infanzia è stata segnata irrimediabilmente da Lady Oscar e Candy Candy, e tutt'ora non mi perdo una puntata di Mad Man o Modern family. Penso che questo, nel bene e nel male, faccia la differenza. Maneggiamo gli strumenti della struttura seriale con maggior facilità. La speranza è quella di riuscire pian piano a traghettare la nostra televisione verso un sistema produttivo più moderno, che ci permetta di creare fiction adatte ai gusti di un pubblico internazionale. La sfida più grande – per quel che mi riguarda – è prendere modelli di racconto tradizionali
e cambiarli dall'interno, modernizzarli, renderli attuali. Questo è quello che stiamo cercando di fare ad esempio con “Che Dio ci aiuti”, una serie della Luxvide che ha come protagonista Elena Sofia Ricci. L'attività di sceneggiatrice ha portato Elena a contatto con tematiche importanti quali la battaglia di Franco Basaglia per la chiusura dei manicomi, o la legge Merlin e la chiusura delle case chiuse».