Recensioni di :
- TFF32 - "Abacuc", osservazione e ripetizione


Sinossi *:
Abacuc vive in una casa ferroviera con un giardino triangolare tagliato per un suo lato dal passare incessante dei treni. Non proferisce parola. Le uniche parole che si odono provengono da una voce meccanica fuori campo, mentre lui solleva una cornetta telefonica con il filo staccato. È l’attore di se medesimo senza spettatore alcuno. In lui non v’è lirismo o dramma, ma solo un enorme rigore geometrico e una naturale inclinazione per il grottesco esistente.
Le sue giornate sono scandite da passeggiate cimiteriali in cui il cimitero appare l’unico luogo di conforto per proteggersi dalla città. Abacuc è “l’ultimo uomo”, forse un superstite. Le scarne vicende quotidiane saranno sempre le stesse, reiterate come un’eterna sinfonia inceppata, a volte legge un catalogo sul cemento armato, a volte qualche strambo libro d’illustrazione sovietica. È come se venisse assorbito in un'altra dimensione in cui per qualche attimo si troverà fuori dal suo cul de sac.
Un evento sembra togliere il protagonista dalla sua solitudine catastrofica, la reiterata visita ad una donna che rimane celata e con la quale comunica tramite citazioni letterarie; ma anche questa via è un vicolo cieco: la presenza femminile è solo lo sdoppiamento di Abacuc.

Cast

Interpreti:
Dario Bacis

Soggetto:
Luca Ferri

Sceneggiatura:
Luca Ferri

Musiche:
Dario Agazzi

Montaggio:
Alberto Valtellina

Fotografia:
Giulia Vallicelli

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