Sinossi *:
Case, luoghi notturni, paesaggi urbani.
Desiderio di far diventare la realtà immagine / desiderio della realtà di diventare immagine.
Voler essere vicini a ciò che si vuole osservare senza contaminarlo.
L’orizzonte dove l’occhio si perde, è dove l’occhio perde.
Il titolo “A perdita d’occhio”, mentre su un piano metaforico richiama un senso di vastità, su un piano letterale richiama ciò che si “perde”, un luogo dove si verifica il venir meno. Questo luogo, altrimenti identificabile come quello scarto che da sempre sussiste tra chi osserva e l’oggetto rappresentato, e che una ripresa tradizionale tende a mascherare, in questo film è stato reso “visibile” attraverso una ripresa imperfetta, ovverosia, attraverso l’accostamento di due lenti che, normalmente, non si incontrerebbero: quella di un cellulare e di un cannocchiale Leica Televid 77. La restituzione imperfetta di immagini vuole rispecchiare il paradosso della rappresentazione – mai realistica, come si vorrebbe, ma sempre iper-realistica.



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