Sinossi *:
Una fiaba pugliese, girata ad Orsara, la storia di Demetra, giovane ingegnera che conduce una vita grigia e dedicata esclusivamente al lavoro. Un donna controllata e dosata nei movimenti e nei desideri d’improvviso catapultata in un’altra dimensione, fuori dal mondo normale (almeno quello che lo è per lei), messa alla prova, niente più certezze, i turbamenti la incalzano, l’equilibrio si fa precario e resta in bilico, intrecciato e sbilanciato da misteriose, arcaiche coincidenze. A questo punto l’interrogativo si impone: qual è il senso della vita? Opera due del foggiano Carlo Fenizi (“il cinema è sempre stato un’ossessione, una frenesia del fare, non tanto del vedere”), con Fellini, Buñuel e Almodóvar per maestri, girato en plein air e plein soleil, un film a trazione femminile (“ma non si tratta di un film femminista, guardo le donne con molta ironia, ciò che mi attrae del pensare femminile è piuttosto la presenza di una pluralità di punti di vista”) che sfodera un singolare pastiche linguistico sui ruoli e le differenze di sesso e un trascinante tappeto ritmico grazie alla pizzica dei Terranima. Fra tinte forti e toni progressisti, sboccia un Sud alternativo, custode di antichi riti e remote devozioni, dove moder namente la differenza la fanno le donne, il loro ineffabile intreccio di ignoti sorrisi e compatibili dissonanze.

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