Sinossi *: Per tanti giovani con il mito della libertà, negli anni ’70 l’uso delle droghe era semplicemente un mezzo per raggiungere la felicità. Ma in pochi anni hashish e marijuana sono state soppiantate dall’eroina che ha invaso le piazze italiane, provocando le prime morti tra quella che è stata definita la “generazione perduta.” Carlo Rivolta, giornalista di La Repubblica e contemporaneamente militante nei movimenti politici del sessantotto, si occupa a fondo della questione, analizzando e raccontando il fenomeno che vuole conoscere da dentro. Così, mentre pubblica inchieste e denuncia una società che preferisce chiudere gli occhi, si immerge in quel mondo che finirà per trascinarlo nel vortice dell’autodistruzione, fino al tragico epilogo. A 32 anni Carlo cade da una finestra e muore dopo cinque giorni di coma. Il documentario di Marco Turco racconta il giornalista di razza e l’uomo tormentato che vive la sua crisi personale e politica e che dopo l'uccisione di Aldo Moro vede sbriciolarsi tutte le sue certezze. La sua convinzione che si dovesse trattare per la sua liberazione, in contrasto con la linea del giornale di Scalfari (suo mentore fin dalla nascita del quotidiano) provoca l'allontanamento dal giornale, mentre la sua critica alla deriva violenta di una parte del movimento, lo isola dai suoi ex compagni di lotta che lo considerano un “nemico del popolo.” Attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, la figura di Carlo emerge con tutte le contraddizioni ma anche con la sua coerenza nella ricerca della verità fino alla fine. Preziosi documenti dell’archivio Rai e dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico mostrano in parallelo la realtà di quel tormentato periodo della storia italiana. Nasce così la storia di una generazione, una sinfonia corale accompagnata dalla voce di un solista. Attraverso le parole e lo sguardo di Rivolta, viviamo in diretta lo spirito dei tempi, le enormi speranze e le amare delusioni di una generazione devastata dall’eroina.