Sinossi *:
"La paura che la gente non ti creda, creda che esageri, che non è possibile che quello che dici di aver visto è vero"
Questa frase apre il nostro film e ne racchiude tutto il significato: non eravamo andati a Genova per fare un documentario, ci eravamo andati prima di tutto per manifestare. Federico era li’ anche come avvocato del Genova Social Forum (adesso Legal Forum), a sostegno dei manifestanti nelle “eventuali” violazioni di legge da parte delle forze dell’ordine; Teresa partecipava come mediattivista e ha seguito le varie fasi del controvertice; e Stefano era sceso con la telecamera da Torino dove aveva partecipato alle riprese di un film.
L’assurdità e la rabbia di ciò che è successo e la difficoltà di raccontare gli eventi cui avevamo assistito a chi non c’era ed aveva seguito tutto attraverso la cronaca deviata di quei giorni, ci ha spinto a mettere insieme tutte le immagini che avevamo girato per farne un documentario.
La scelta di seguire il flusso degli avvenimenti in senso cronologico segue appunto l’intento di arrivare a chi a Genova non c’era, ed è lo stesso avvicendarsi dei fatti, del contrasto tra colori e violenze, che riesce a definire interamente il paradosso di quanto accaduto.
Ed è la stessa rabbia e la stessa mancanza di risposte che ci ha portato a voler seguire anche il “dopo Genova”, quello della nebbia dei gas CS, delle perizie e dei processi in corso contenuto nell’aggiornamento di 18 minuti, naturale corollario del film ad un anno dal G8.

NOTIZIE 'Genova Senza Risposte'



Note:
Documentazione bibliografica di Serena Mannelli e contributi di Indymedia e Giacomo Verde.
Documentario autoprodotto con mezzi e tecnologia leggera, eccetto il trasferimento su pellicola e l’ottimizzazione del suono.

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