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Andrea Barzini racconta Napoli nel documentario "I Giorni Buoni"Sinossi *: In un paese alla base del Vesuvio orientale (Scisciano) da pių di un decennio due educatori, Vincenzo Morgera e Silvia Ricciardi, dirigono un esperimento/scommessa che suona pių o meno come una goccia nell'oceano: riportare alla vita civile (e a un possibile futuro) dei ragazzi la cui esistenza č giā compromessa da ogni genere di reati. Sono partiti con un primo centro di accoglienza (per minori destinati dalla giustizia alla vita di comunitā, dopo un periodo in carcere), oggi ne hanno quattro. La formula con cui hanno fatto crescere questa esperienza č una sorta di ribaltamento della famiglia di origine, in genere causa primaria della devianza, stabilendo regole, e cercando di sviluppare il senso della responsabilitā e quello dell'appartenenza alla societā civile.
Certo non č facile quando si č nati in certi quartieri della periferia di Napoli, a Secondigliano, Caivano, Casal di Principe (nomi tristemente noti per l'azione criminale campana) dove ogni forma di coesione sociale č stata infranta da decenni, e infatti molti sono i casi di ragazzi passati per Jonathan e finiti malamente, chi in carcere, chi morto, chi ripreso dalle maglie della camorra. Enzo e Silvia lo sanno benissimo. Eppure i mesi passati in una comunitā dove si parla un altro linguaggio segnano. La prova? Le lettere che arrivano a distanza di anni da chi ce l'ha fatta e anche da chi non, gente che magari sta in carcere e ancora tiene in testa uno spazio per questi due educatori e i giorni passati con loro.