Chiusura e vincitori della 3° edizione del Festival
del Cinema dei Diritti Umani di Napoli
Si è conclusa con un'articolata cerimonia condotta dai giornalisti Enzo Nucci e Cecilia Rinaldini il terzo
Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. "
Questa edizione" – ha detto
Maurizio Del Bufalo, coordinatore della rassegna – "
è andata oltre tutte le ragionevoli previsioni perché ha raggiunto molte delle anime di questa città e anche molte persone che non credevo potessero arrivare a noi".
L’appuntamento finale ha riacceso i riflettori sulla sede del
Forum delle Culture Napoli 2013. Qui, dalle ore 19:00 ha preso corpo una riflessione a più voci, organizzata sotto forma di una performance-dibattito dal titolo “
Niente asilo politico: uomini e no dall’Argentina a Tripoli”. L'evento ha voluto analizzare la complessità della vicenda italo argentina seguita al golpe del 1976 attraverso la molteplicità dei punti di vista dei vari attori che hanno contribuito a stabilire il clima di tensione e di disinformazione in cui sono maturate le scelte che portarono l’ambasciata italiana a Buenos Aires a chiudere le sue porte alle richieste di asilo politico. All'incontro, aperto da
Maurizio Del Bufalo, hanno partecipato
Enrico Calamai, ex viceconsole italiano a Buenos Aires;
Julio Santucho, esule argentino in Italia, direttore
Festival DerHumALC Buenos Aires;
Angela Boitano, referente dei Comitati diritti umani argentini e madre di desaparecidos; e
Luciano Carrino, delegato del comitato scientifico per lo sviluppo umano dell’ONU. La serata è stata arricchita con filmati delle
Teche RAI relativi al golpe argentino e con la lettura di dichiarazioni provenienti dai giornali dell’epoca, da interviste in diretta e in differita e da momenti di musica. Tra questi ultimi, degna di nota la presenza di
Luca "Zulu" Persico, leader dei
99 Posse, il quale ha recitato le parole della sua recente canzone 30000 hermanos: "
Questo brano" - ha detto - "
è nato dall'incontro con una delle madres di Plaza De Mayo che, alla domanda "Quanti sono i tuoi desaparecidos", mi rispose "trentamila". Mi ha molto colpito dunque la socializzazione della maternità e credo possa essere da esempio per far sì che noi ci sentiamo quantomeno fratelli". In chiusura dell'incontro, i sociologi
Salvatore Palidda e
Antonello Petrillo hanno sintetizzato i contributi della serata posando lo sguardo sulle prospettive della politica estera del nostro Paese, divisa finora tra “
guerre umanitarie e interventi di pace” e respingimenti di gente inerme in fuga. Secondo i due studiosi, però, attraverso la cooperazione internazionale i giovani possono interpretare una missione nuova e una professione moderna dal grande risvolto umano e solidale.
Al termine del dibattito sono stati premiati i
film vincitori del
3° Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Per la
sezione “Napoli ieri, oggi e… domani?” a vincere è stato "
I Giorni Buoni" (Italia 2009, 54 minuti) di
Andrea Barzini, classe 1952. Il film è ambientato a Scisciano, un paese alla base del Vesuvio orientale dove da più di un decennio due educatori,
Vincenzo Morgera e
Silvia Ricciardi, dirigono un esperimento/scommessa che intende riportare alla vita civile e a un possibile futuro dei ragazzi la cui esistenza è già compromessa da ogni genere di reati. Vincenzo e Silvia, partiti con un primo centro di accoglienza per minori destinati dalla giustizia alla vita di comunità dopo un periodo in carcere, oggi ne hanno quattro. La formula con cui hanno fatto crescere questa esperienza è una sorta di ribaltamento della famiglia di origine, in genere causa primaria della devianza, stabilendo regole e cercando di sviluppare il senso della responsabilità e quello dell'appartenenza alla società civile. "
Vincere un festival è sempre piacevole ma in questo caso, dove la posta in gioco è alta, lo è ancora di più. L'idea" - ha dichiarato
Andrea Barzini - "
è quella di far entrare il film nelle scuole e far conoscere a quante più persone possibile questa realtà". Il direttore della fotografia,
Giovanni Brancaccio, ha invece sottolineato come sia stato fondamentale per il raggiungimento del buon risultato finale il rapporto di fiducia creato con i protagonisti del film. "
Grande merito" - ha aggiunto infine il regista - "
è da attribuire anche alle ottime fotografie di Salvatore Esposito, il quale ha realizzato a Scampia uno straordinario reportage".
Vince invece sia la
sezione “Human Rights Doc” che il
Premio Giovani, la pellicola "
A new day has com" (Italia 2010, 56 minuti) di
Emiliano Sacchetti. Nell’opera del trentanovenne regista romano, si racconta la storia di due famiglie palestinesi in fuga da Baghdad che giungono, dopo anni trascorsi in un campo profughi nel deserto siriano, in Italia e in Svezia per ricominciare una nuova vita. "
Presentare un lavoro come A new day has com in un Festival come questo" - ha detto il cineasta - "
assume ancora più valore per la comunanza di volontà e di intenti tra contenuto e contenitore". Sacchetti è reduce da una menzione d'onore ricevuta al
Milano Film Festival per il suo documentario "
Homeless United". Per la realizzazione del film vincitore del
Festival del Cinema dei Diritti Umani però si è avvalso di un direttore della fotografia d'eccezione,
Marco Pasquini, premiato di recente con il Golden Globe. Il film è una co-produzione tra Italia, Svezia ed Emirati Arabi. Fondamentale a tale proposito è stato il ruolo dell'emittente Al Jazeera.
Menzione d'Onore è stata infine attribuita dalla Giuria al film "
Il Sangue Verde" di
Andrea Segre. Il film racconta le voci, i volti e le storie dei protagonisti delle manifestazioni che nel gennaio 2010 in un piccolo paese della Calabria, Rosarno, hanno portato alla luce le condizioni di degrado e ingiustizia di migliaia di braccianti africani. "
Dagli anni '90 in Italia" - dice il regista - "
in particolare in alcune aree del Sud con forte presenza di organizzazioni mafiose, migliaia di immigrati africani e dell'est Europa sono sfruttati nell'agricoltura senza alcun tipo di diritto e in condizioni di vita intollerabili".
I vincitori parteciperanno di diritto all’edizione 2011 del
Festival del Cinema DerHumAl c di Buenos Aires diretto da Julio Santucho, presente alla premiazione. "
Le scelte della Giuria" - ha detto
Antonio Borrelli, curatore del concorso - "
hanno confermato gli orientamenti del comitato selezionatore delle opere. Tutti i film hanno raccontato, attraverso temi e metodologie molteplici, un lato particolare e spesso poco noto delle violazioni dei diritti umani. I film premiati sono quelli che forse hanno meglio interpretato ciò che solitamente viene omesso dalla società dell'informazione".
In chiusura di serata,
Franco Brogi Taviani, Presidente di Giuria, ha introdotto e presentato il work’n’progress del suo ultimo lavoro “
Italiani all’Opera!” sull’emigrazione italiana in Argentina.
17/11/2010, 11:07