Sinossi *:
Un documentario per raccontare la storia di Udo Surer, avvocato tedesco di Lindau (Baviera), figlio di Josef Maier, uno dei soldati tedeschi che partecipò alla strage di San Terenzo Monti e Vinca. Nell’estate del 1944 il 16° Battaglione Panzergranadieren SS sterminò nella sola Lunigiana più di 400 civili, compresi donne e bambini. Nel 1992 Josef Maier muore e Udo e la sua famiglia (madre, sorella e fratello), incontrano “l’altra famiglia”, ovvero i 5 figli che il padre ebbe dalla prima moglie. Nel 2002 inizia a interrogarsi sulla partecipazione di suo padre al Reich e nel 2004 scopre che era arruolato nelle SS nel 16° plotone della Divisione Reichsführer, conosciuto come “il battaglione della morte”, comandato dal famigerato Walter Reder. Joseph Maier non fece mai parola dei suoi trascorsi, ma le carte che Udo trova confermano le sue responsabilità. Udo decide allora di cambiare cognome e di venire in “pellegrinaggio memoriale” in Italia, “per cercare di fare qualcosa”. Fare qualcosa, per Sürer, voleva dire intraprendere un percorso di riconciliazione e ricucire le ferite di una memoria storica che ha continuato a gettare ombre sul presente. Da allora ha visitato Marzabotto, Guardistallo, Sant’Anna di Stazzema, San Terenzo-Monti, Valla, Bardine e Vinca di Fivizzano, raccogliendo le testimonianze dei parenti di coloro che furono barbaramente uccisi dai nazisti. Udo Surer si è impegnato per anni a rintracciare superstiti e famigliari delle vittime delle stragi nazifasciste in Lunigiana ma anche in altre parti della Toscana e dell’Emilia, martiri nelle località dove erano stati commessi eccidi dalle truppe naziste, per intessere con loro un dialogo ispirato a profondi sentimenti di pace e di amicizia volti alla conoscenza della verità dei fatti tristemente accaduti. E’ stato insignito della cittadinanza onoraria dal comune di Fivizzano dal sindaco Paolo Grassi che ha dichiarato “da molti anni, l'avvocato Surer, viene in visita da noi con umiltà e rispetto. Non ci è passato inosservato il suo coraggio, la determinazione di volere incontrare famigliari e superstiti delle stragi avvenute sul nostro territorio intraprendendo un meritevole percorso di riconciliazione che serve a costruire ponti d'amicizia fra i nostri popoli”

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