Sinossi *: Sono 55 gli studenti morti quella notte, ragazzi arrivati a L’Aquila da ogni parte per costruire il loro futuro, spento per sempre tra le macerie di una delle catastrofi italiane più grandi. Attraverso le testimonianze dei protagonisti, i ragazzi sopravvissuti, il documentario ricostruisce quanto avvenuto a L’Aquila a partire dalle 22:48 del 5 Aprile, ora della prima scossa, fino alle 21:30 del 7 Aprile, quando viene estratta viva l’ultima studentessa, soffermandosi in particolare sul momento cruciale della tragedia, le ore 03:32 del 6 aprile, quando la terra esplose: alcuni drammatici secondi che spensero per sempre i sogni, le speranze, le vite di un’intera generazione.
Un terremoto che ha scosso gli animi di tutti, diventato metafora della condizione precaria e incerta di coloro che sono sopravvissuti alle macerie, che hanno dovuto fare i conti con un futuro ancora da costruire e con la perdita dei loro amici, 55 studenti la cui vita è stata distrutta nei luoghi che avrebbero dovuto proteggerli e farli crescere, una responsabilità che grava sulla generazione precedente che non ha tutelato i propri figli come avrebbe dovuto.
Un racconto intenso e toccante ripercorso con Lino Guanciale, nato ad Avezzano a pochi km dal capoluogo, che nell’aprile del 2009 aveva quasi trent’anni e tanti amici a L’Aquila. Camminando tra le strade della città, Lino Guanciale conduce gli spettatori nei luoghi simbolici della vicenda, incontrando e intervistando i sopravvissuti, ragazzi e ragazze che hanno vissuto il sisma sulla loro pelle dall’interno della loro camera; sono riusciti a scappare nella notte attraverso i corridoi sospesi nel vuoto o sono rimasti ore e ore sotto le macerie delle palazzine ormai tristemente note di via XX settembre 46, via Campo di Fossa 6/B, via Poggio di Santa Maria 8, via Don Luigi Sturzo 39, via Generale Rossi 22 e via D’Annunzio 24.
Storie come quella di Eleonora Calesini, allora da poco 20enne, che come suo fratello ha problemi di udito. Tra le macerie impara a distinguere le scosse e i movimenti della terra attraverso le vibrazioni e si mette a urlare con le ultime forze rimaste quando il Vigile del Fuoco Claudio Ippolito la sente. Oppure quella dei due amici allora 22enni Francesco Maria Guerrini di Giulianova e Simone Pancrazio di Roma; e ancora Valeria Esposito, arrivata a L’Aquila per inseguire il sogno di diventare ingegnere edile, sopravvissuta sotto le macerie per oltre 21 ore; Alessandro Antonini, il primo di tre fratelli ad arrivare a L’Aquila da Controguerra (TE) per frequentare l’università e l’unico a vivere in casa della zia, mentre le sue sorelle minori Giusy e Genny troveranno la morte nel crollo della palazzina di via Campo di Fossa 6/B; Roberta Valerio dottoranda in ingegneria originaria del Molise sopravvissuta grazie all’intuizione di andare a dormire in macchina con il fidanzato Carmine; Matteo Antonioli di Pescara, che invece quella sera va incontro a un destino atroce, decidendo di andare a dormire dalla sua fidanzata in via Generale Rossi: rimarrà sotto le macerie per oltre 16 ore.
A distanza di 10 anni c’è chi è diventato ingegnere meccanico, chi dipendente del Ministero per le Opere Pubbliche, chi videomaker, c’è chi ha costruito una famiglia e chi è riuscito a rimettersi in piedi: ognuno a proprio modo ha ottenuto una rivalsa personale nonostante la tragedia subita e le mancanze della generazione che li ha preceduti.
Il documentario raccoglie anche le testimonianze di chi non era a L’Aquila in quel momento: i familiari delle vittime, come il papà e il fratello di Alessio De Simone e la sorella di Davide Centofanti che abitavano entrambi alla Casa dello Studente di via XX settembre, la sorella di Michele Strazzella, il papà di Daniela Bortoletti e i familiari di Nicola Bianchi.
La terza voce è quella dei Vigili del Fuoco, terremotati e vittime alla stregua degli altri, che nelle ore successive al sisma hanno combattuto senza sosta per cercare di estrarre vive più persone possibile.
Dalla propria camera, gli studenti sopravvissuti racconteranno la storia di quella notte e di quel boato assordante che ha cambiato per sempre la vita di una comunità studentesca, di una città e di un’intera nazione.