Sinossi *: E’ la primavera del 1971. Un gruppo di studenti di buona famiglia e di buone letture, insieme a qualche giovane proletario incazzato, lascia Torino per stabilirsi a Ponte a Egola in Toscana, in un casale abbandonato. L’idea è quella di costituire un “nucleo rivoluzionario”, rompere con i vecchi schemi delle organizzazioni politiche e praticare nel vissuto quotidiano la Rivoluzione. Di fatto, quella di Ponte a Egola diventa una comune. Al nucleo originario di Torino, si uniscono ragazzi di Milano, Genova, Firenze, attratti dallo stesso bisogno di radicalità. Li accomuna il desiderio di vivere contro le regole, “senza riserve e senza tempi morti”. Uno dei loro slogan è: “contro il capitale, lotta criminale”. Sul muro del casale, con la vernice rossa, qualcuno scrive “La Rivoluzione non è una cosa seria”. La comune di Ponte a Egola dura appena un anno, si scioglie nella primavera del ’72, tra dissidi ideologici e per il sopravvento della realtà sull’utopia. Tutti si trovano a dover fare i conti con se stessi e con il mondo. Da allora nessuno è mai più tornato a Ponte a Egola. I rapporti si sono interrotti. Qualcuno è morto. Di altri si sono perse le tracce. L’autrice del documentario era tra loro. In questi trent’anni ha pensato spesso di salire in macchina e andare a vedere che ne è stato di quel casale. E che ne è stato di loro. E un giorno ha deciso di farlo.