Sinossi *: Stati Uniti, primi del novecento. Carlo Tresca è un immigrato italiano che guida scioperi che durano mesi, pubblica giornali che denunciano padroni e mafiosi, vince e perde decine di processi per la libertà delle sue idee e dei lavoratori di ogni paese immigrati in America. Per quasi quarant’anni l’FBI lo considera tra i più pericolosi sovversivi d’America. Viene da Sulmona, Abruzzo, è sindacalista, giornalista, socialista, rivoluzionario, anarchico, antifascista e antistalinista, scomodo per tutti. Forse voleva tornare in Italia per partecipare alla liberazione del paese ma un colpo di pistola alla schiena lo uccide una sera d’inverno. É l’11 gennaio del 1943. Al suo funerale a New York un corteo di ottanta automobili cariche di fiori e migliaia di persone. Operai, tessitrici, intellettuali, artisti, scrittori piangono quello che fu definito “l’uomo più buono del mondo”. Poi su di lui, per anni, scende il silenzio.
A ottanta anni dalla sua morte il documentario restituisce un ritratto sentimentale di questo ribelle internazionalista e italiano. Lo fa con le parole dello scrittore Maurizio Maggiani che conversa a distanza con chi, nella città natale di Tresca, ha cercato faticosamente di ricostruire prima e illuminare poi il ricordo di un uomo che “ha combattuto contro tutti i dispotismi”, “accorreva laddove c’era bisogno”, “riusciva a parlare con tutti, amici, nemici, povera gente, intellettuali” e “non indietreggiava davanti a nulla” “un eroe che come tutti gli eroi è finito tragicamente”. Un dialogo appassionato e scandito dalla ricostruzione, con l’animazione visionaria di Erick Mauricio Cuevas Ulloa e la musica di Giancarlo Tiboni, di episodi che segnano la sua vita: la formazione politica tra i ferrovieri in Abruzzo, la fuga a New York, lo storico sciopero dei tessili di Paterson che si trasforma in un memorabile spettacolo al Madison Square Garden, il suo assassinio sulla Quinta strada. Più che interrogarsi sul mistero, che mistero non è mai stato, della morte di Tresca, il documentario è un invito a confrontarsi, soprattutto oggi, con l’esempio della vita di un uomo che ha fatto dell’amore per la libertà e della lotta contro ogni sfruttamento la ragione della sua esistenza.