Sinossi *: 1977, Manaus, Nord del Brasile. Calore e polvere in Rua Alguem, una larga strada sterrata al centro di una vasta favela. È qui, sotto un sole impietoso, che Hermann M., giovane avvocato di Friburgo, incontra suo padre per la prima volta. Il padre, un criminale nazista sfuggito alla giustizia alla fine degli anni quaranta e rifugiatosi in Sud America, benché avanti negli anni e non più in ottima salute, è un uomo ancora fiero e convinto delle proprie idee e che, lungi dall’ammettere le sue colpe, si ritiene piuttosto un perseguitato. Il figlio affronta il viaggio in Brasile con la speranza di indurre il padre a costituirsi in un pubblico processo, dibattuto tra la volontà di conoscerne le colpe e il desiderio di crederlo innocente. In un confronto impossibile, nel clima allucinato di un terzo mondo abbandonato a se stesso, l’incontro tra i due si risolve nella fuga finale del figlio. Hermann sapeva che non avrebbe più rivisto suo padre. E, segnato dall’esperienza, aveva letto in quel viaggio una sconfitta, il segno tangibile della propria impotenza: quella volta, infatti, non era riuscito a denunciarlo. Né l’aveva fatto in seguito. Soltanto alcuni anni dopo la presunta morte del padre, vinta ogni resistenza, aveva finalmente rivelato al mondo la verità su di lui e la ferma condanna di ogni sua azione. Ma pur credendo con quell’atto di prendere definitivamente le distanze dal padre, Hermann aveva capito che mai sarebbe riuscito a liberarsi di lui, dell’ombra gigantesca che anche dopo morto quell’uomo avrebbe continuato a proiettare sulla sua vita da una distanza immensa.
Note:
La storia, nel romanzo come nel film, si ispira all’unico, reale incontro avvenuto nel 1977 in Brasile tra il criminale di guerra nazista Josef Mengele e suo figlio Hermann.
Consulente storico del film è Marcello Pezzetti (che ha già collaborato nelle stesse vesti a “Schindler’s List” di Steven Spielberg e a “La Vita è Bella” di Roberto Benigni) della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano.