Fondazione Fare Cinema
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Al via a Taranto le riprese di "Mare
Picolo" di Alessandro Di Robilant


Nel cast, con gli esordienti Giulio Beranek e Roberto Bovenga, anche Giorgio Colangeli, Valentina Carnelutti, Michele Riondino, Selenia Orzella, Anna Ferruzzo, Nicola Rignanese.


Al via a Taranto le riprese di
Inizio delle riprese in piazza Kennedy a Taranto
Al via il 29 settembre 2008, a Taranto, le riprese di "Mare Piccolo" di Alessandro di Robilant, prodotto da Marco Donati per Overlook Production e Rai Cinema, con la partecipazione di Apulia Film Commission, Provincia di Taranto, Comune di Taranto e Taranto Film Commission.
Scritto da Andrea Cotti e Leonardo Fasoli, a partire dal libro “Stupido” scritto dallo stesso Cotti e pubblicato da Rizzoli, il film è interamente ambientato a Taranto (sei le settimane di lavorazione), nel quartiere Paolo VI, zona sud della città, stretto tra la sagoma velenosa dell’ILVA e il profilo liquido del “Mare Piccolo”. Strade dissestate, bus che non passano mai, case prefabbricate. Inutile cercare librerie, farmacie, centri commerciali, negozi: non c’è niente, e quel poco che c’è – bar, alimentari, officine meccaniche – è abusivo e illegale.
Qui, in questo quartiere al limite, vive Tiziano (l’esordiente Giulio Beranek). Anche lui è un ragazzino “al limite”: a scuola ci va poco e male, ha una famiglia piena di problemi, fa lavoretti per il boss locale Tonio (il tarantino Michele Riondino), e sogna soltanto di andarsene via.
Per lui il futuro sembra segnato, ancora di più quando finisce al carcere minorile. Ma Tiziano non è solo: ci sono la guardia carceraria De Nicola (Giorgio Colangeli), la professoressa d’italiano Costa (Valentina Carnelutti), la sua ragazza Stella (Selenia Orzella), Lucia, la sua sorellina e Maria, sua madre (Anna Ferruzzo).
Nessuno, neanche il padre Franco apparentemente lontano ed ostile (è Nicola Rignanese, diretto al cinema da Antonio Albanese in Uomo d’acqua dolce), è disposto a rinunciare, tutti vogliono credere che Tiziano abbia una possibilità. È questa umanità dolente, buffa e contraddittoria che cercherà di salvarlo. Tra scelte difficili, tradimenti e riappacificazioni, "Mare Piccolo" è un racconto di dolore e amore nella città “dei due mari”.

Per Alessandro di Robilant, regista tra i più sensibili del panorama italiano, e noto anche a livello internazionale (in concorso al Festival di Locarno con l’esordio "Il Nodo alla Cravatta", premiato alla Berlinale per "Il Giudice Ragazzino"), "Mare Piccolo" è il ritorno al cinema a cinque anni da "Per Sempre e dopo il tv-movie "L'Uomo della Barità - Don Luigi di Liegro": “Ho scelto di fare questo film perché ho a cuore le storie a sfondo sociale, che si occupano dei dimenticati”, spiega il regista, “e Taranto è una città dimenticata, profondamente ferita, con una realtà lavorativa drammatica: l’unica possibilità d’impiego sono le acciaierie dell’Ilva , da cui si esce quasi sempre gravemente malati. Ciò nonostante ho trovato nel quartiere Paolo VI un’umanità inaspettatamente piena di vita e di solidarietà, e ho incontrato una gioventù (ed è la stessa che cerco di raccontare nel film) che, se solo gli fosse data una possibilità, potrebbe eccellere in qualsiasi campo. Ho trovato educatori che malgrado le enormi difficoltà in cui si trovano ad operare, dovendo sostituirsi a famiglia e società, non lascerebbero quel quartiere per nulla al mondo. Con questo film cerco di rendere giustizia alla qualità della gente che vive una realtà in cui è necessaria una volontà di ferro per mantenere viva la speranza di una vita migliore, di un futuro dignitoso”.

29/09/2008, 12:23