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La solitudine di una splendida Margerita Buy in
"Lo Spazio Bianco" di Francesca Comencini


"Lo Spazio Bianco", il nuovo film di Francesca Comencini: un ritratto di donna, una storia singola che cammina spedita dall'inizio alla fine in un'attesa lunga 50 giorni.


La solitudine di una splendida Margerita Buy in
Margherita Buy è la numero uno e ne "Lo Spazio Bianco" lo dimostra definitivamente. Questo è di Francesca Comencini, figlia di Luigi classe '61, il quinto film tratto dall'omonimo romanzo di Valeria Parrella, e racconta l'avventura di maternità di Maria, non più giovane insegnante di lettere a Napoli, nel quale l'attrice ha trovato terreno fertile per interpretare al meglio uno dei suoi personaggi; la donna lasciata-sola. La Buy è incredibilmente brava a trasmettere il senso di solitudine dei suoi personaggi, accettando, combattendo, rassegnandosi alla solitudine e all'esigenza di dover risolvere da sé i suoi problemi: “...se ci fosse la mamma o il papà” dice Maria al culmine del disagio “o solo la mamma, insomma, qualcuno a cui fregasse qualcosa di me”. E invece no, da sola. Almeno apparentemente perché intorno a lei gira un'orchestra di amici e conoscenti che l'assistono timidamente.

Il fulcro del film è l'attesa, "lo spazio bianco" di sospensione lungo 50 giorni, durante il quale Maria aspetta che la piccola Irene, sua figlia nata prematura a sei mesi, riesca a uscire dall'incubatrice e a vivere anche lei da sola, senza l'aiuto delle macchine. In questo periodo Maria prima si ferma del tutto, quasi rifiutando anche lei (come ha fatto il padre di Irene) ogni coinvolgimento, poi, coinvolta forse dalle altre madri nelle sue stesse condizioni, rientra nella realtà, tornando a insegnare alle scuole serali, trovando un nuovo uomo, e continuando a seguire, questa volta attivamente, lo sviluppo della situazione della figlia.

Il film della Comencini è un ritratto di donna, una storia singola che cammina spedita dall'inizio verso un finale che può avere solo due soluzioni; la bimba ce la fa o non ce la fa. Malgrado il montaggio alternato nel tempo, con dei salti all'indietro per rivivere la gestazione e il parto quando la bambina è già in incubatrice, la storia procede senza ostacoli e senza cali di attenzione.
Riuscita anche la scelta degli attori secondari, non famosi ma prefetti nel suonare il proprio strumento intorno alla solista Buy. Da segnalare Salvatore Cantalupo, già sarto di talento in Gomorra, e Antonia Truppo qui nel ruolo di Mina, brava nel ruolo della mamma di diversa estrazione sociale. Riuscita la fotografia di Luca Bigazzi. Il film prodotto da Fandango, già in concorso al festival di Venezia, arriverà nelle sale venerdì 16 ottobre 2009.

09/10/2009, 17:14

Stefano Amadio