"Nessuno mi può Giudicare": l'esordio
alla regia di Massimiliano Bruno
Dalle stelle alle stalle nel giro di pochi giorni. E' ciò che capita ad Alice, un'habituè della Roma-bene, che in seguito alla scomparsa del marito imprenditore, ritrovatasi piena di debiti e con un figlio di nove anni da crescere, vede materializzarsi un vero incubo: lasciare la villa ai Parioli per un appartamento degradato al Quarticciolo. Ma i debiti vanno risanati al più presto e bisogna inventarsi qualcosa, qualsiasi cosa.
Dopo anni di gavetta passati a scrivere ed interpretare numerosi spettacoli teatrali e film per cinema e tv,
Massimiliano Bruno approda per la prima volta dietro alla macchina da presa con “
Nessuno mi può Giudicare”, in uscita nelle sale italiane il 16 marzo in 400 copie. Protagonista è
Paola Cortellesi che, per uno scherzo del destino, da superficiale nobildonna si trasforma in una sorta di “madre coraggio” disposta ad iniziare una carriera da escort, pur di non vedersi portar via il figlio dai servizi sociali. Pur essendo solo all'opera prima, Bruno dimostra di conoscere alla perfezione i tempi della commedia, mettendo in piedi una macchina di attori tanto ricca quanto “ben oleata”, anche laddove i ruoli risultano essere solo marginali. Tra un portiere integralista,
Rocco Papaleo, e un gestore di un Internet Point un po' troppo accondiscendente,
Raoul Bova, i problemi in cui sguazza la società contemporanea, dallo scontro di etnie alla crisi economica, vengono affrontati con una leggerezza che non diviene mai superficiliatà. Ciò che colpisce maggiormente del lavoro del regista, è vedere sul grande schermo il mondo delle escort, raccontato senza ricorrere all'ausilio di facili stereotipi, a dimostrazione che una commedia, se ben confezionata, può toccare la sfera dell'eros senza dover porgere il fianco alla volgarità gratuita. Gli unici momenti in cui il film pare perdere il proprio smalto sono quelli permeati di un sentimentalismo un po' troppo facilone che, seppur funzionale alla crescita del personaggio di Alice, raramente riesce ad equilibrarsi con l'irriverenza di cui la sceneggiatura, scritta assieme a
Fausto Brizzi ed
Edoardo Falcone, è ricca. Si ride tanto e bene, e non è poco.
12/03/2011, 10:17
Antonio Capellupo