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ELIO GERMANO, faccia a faccia con il suo pubblico


Una serie di incontri tra gli attori più significativi del momento, i registi, e il pubblico della Libreria del Cinema di Roma. Elio Germano, reduce dalla conquista del David di Donatello come miglior attore protagonista, parla delle sue coraggiose scelte cinematografiche e dell'impegno, per la categoria e non solo, che non viene mai meno.


ELIO GERMANO, faccia a faccia con il suo pubblico
Claudio Noce ed Elio Germano
È stato un Elio Germano a ruota libera il protagonista del secondo appuntamento di Vi faremo sapere, ciclo di incontri con giovani attori del panorama cinematografico italiano accompagnati dai registi che li hanno lanciati, organizzato dalla Libreria del Cinema di Roma.
L'attore – fresco vincitore del David di Donatello per la sua prova ne “La nostra vita” di Daniele Luchetti, che già gli era valsa la Palma D'oro a Cannes – ha parlato insieme al regista Claudio Noce con un folto gruppo di fans, rispondendo a domande sul cinema, il mestiere dell'attore, ma soprattutto parlando di quanto in Italia l'esercizio di questa professione sia spesso poco tutelato.

“In un ambiente in cui spesso la tua professionalità non viene considerata, il lavoro sul set diventa doppiamente difficile. Per questo io con altri colleghi abbiamo deciso di fondare l'associazione “Artisti 7607”, nata proprio dalla necessità di essere rappresentati con metodi diversi rispetto a quelli cui siamo stati abituati fino ad oggi” ha detto l'attore.

Secondo Germano, che ha dedicato ampio spazio alla questione, in Italia mancava una rete comune di attori che portassero avanti delle battaglie per migliorare le condizioni dei lavoratori dello spettacolo. Battaglie che si svolgono spesso e volentieri nell'indifferenza del governo.
“Le istituzioni – ha continuato l'attore romano – ti chiamano solo se a Cannes dici qualcosa di sbagliato. È difficile che lo facciano quando tenti di portare alla loro attenzione istanze pienamente legittime”.

Germano ha poi parlato del cinema che ama e del criterio che usa per scegliere i ruoli da interpretare. “Quando mi viene proposto un copione mi domando sempre se il film che ne verrà fuori sarà bello o brutto: resto alla larga da quelle pellicole che piacerebbero a tutti e che, ahimè, vanno per la maggiore. In Italia ormai c'è un appiattimento totale per quanto riguarda i contenuti, e questo dipende – a mio avviso – dalla scomparsa di quei produttori realmente in grado di riconoscere i talenti. Tranne qualche rara eccezione, si tende a investire solo su progetti che garantiscono grandi incassi al botteghino, e poco importa se le idee siano valide o meno: siamo in un sistema che ripoduce costantemente se stesso, e nel peggiore dei modi”.

Gli incontri di "Vi faremo sapere" alla Libreria del Cinema di via dei fienaroli a Roma, proseguono sabato 18 giugno alle 19,00 con Isabella Ragonese affiancata dal regista di "Dieci Inverni" Valerio Mieli.

09/06/2011, 14:00

Lucilla Chiodi