VENEZIA 2011: Ermanno Olmi, gli immigrati e la Chiesa
Comincia in maniera interessante il nuovo film di
Ermanno Olmi; una chiesa chiude i battenti e l'anziano prete comincia a lasciarsi morire finché non arriva chi ha davvero bisogno del suo aiuto.
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Il Villaggio di Cartone", ospite alla
68a Mostra di Venezia, prosegue il filone scelto quest'anno dai selezionatori e racconta come il rifugio di tutti i cristiani possa trasformarsi in quello di coloro che ne hanno ora maggior bisogno, gli immigrati.
Il film si svolge tutto all'interno dell'edificio della chiesa, l'atmosfera è molto teatrale e i simboli usati dal regista spesso provano a sostituire la scarsità di ambienti e situazioni. Questo di Olmi non è proprio un esercizio di moderna tecnica cinematografica, ma a un regista che ha vinto Venezia, Cannes e decine di altri premi, ha poco senso chiedere di aggiornare il suo modo di fare cinema. Certo lo "spettacolo" ne risente, ma il tema è profondo e sentito e questo compensa le inquadrature da presepe degli immigrati e i piani d'ascolto o di reazione che sottolineano anche il più piccolo evento.
Le riflessioni del vecchio pastore sui dubbi della fede, non sono proprio una novità ma la sua considerazione "per fare del bene non serve la fede; il bene è più della fede" riesce da sola ad esemplificare ogni comportamento.
Cast internazionale con
Michael Lonsdale nel ruolo del vecchio prete,
Rutger Hauer è il sagrestano, e gli italiani
Alessandro Haber e
Massimo de Francovich danno il loro contributo di qualità.
07/09/2011, 12:40
Stefano Amadio