Note di regia del documentario "Cricket Cup"
Non si fa la rivoluzione con un film. Ma un film può essere la leva per sollevare l’inerzia delle cose o delle persone”. Questa illuminante dichiarazione di Ken Loach è stata sicuramente importante nella scelta di realizzare “Sagara e gli altri”.
Attraverso le storie dei cinque personaggi principali, si illustra una comunità nel suo quotidiano e nella sua “affermazione” civica e sociale in un periodo storico-politico in cui l’immigrazione è tema centrale di discussione. Ben pochi però sanno realmente chi siano, cosa facciano nel tempo libero, cosa mangino e dove vivano questi nostri ‘ospiti’ internazionali.
Le mie esperienze di viaggi mi hanno portato a conoscere Little Italy, Chinatown, i quartieri Pakistani ed Indiani. Mi sono chiesto, ritornando a Napoli, perché le comunità presenti in Italia non fossero così ben organizzate come all’estero. In realtà mi sono reso conto che non è affatto cosi, e gli srilankesi hanno saputo costruire, con grandi difficoltà, ma soprattutto con grande determinazione e forza di aggregazione, una piccola città nella città. Ci sono quartieri densamente abitati, come ad esempio Sanità, Cavone e Quartieri Spagnoli, con negozi alimentari, call centers, una biblioteca, un tempio buddista, asili autogestiti, ristoranti ed una fittissima rete di associazioni. Ma quello che forse è più stimolante ed emblematico di questa loro forza organizzativa sono sicuramente i tornei di cricket. Una disciplina praticamente sconosciuto agli Italiani, ma sport nazionale in Sri Lanka così come in molte ex colonie britanniche. Di notte mi è più volte capitato di vedere questi giovani immigrati, che dopo magari aver lavorato tutto il giorno, si incontrano in una delle piazze più grandi e suggestive di Napoli, Piazza Dante, per colpire la palla giocando a cricket. Gli stessi giovani che la domenica si incontrano nel bosco di Capodimonte per passare una giornata di sport e di festa offrendo, a chi si trova a passare per quelle aree del bosco, l’impressione di trovarsi in un parco di Colombo, capitale dello Sri Lanka.
Il documentario si conclude con un torneo nazionale di cricket a Firenze che oltre a rappresentare un importante evento sportivo è anche e soprattutto un fondamentale momento di aggregazione della comunità. Lo sport, quindi, ancora una volta è una forma di riscatto per questi giovani costretti comunque alle quotidiane difficoltà degli extracomunitari.
Massimiliano Pacifico e
Diego Liguori