EVIL THINGS, COSE CATTIVE - Mostraci quanto sei cattivo!
Le immagini sono belle, i primi piani, il montaggio rapido e in dissolvenza dei dettagli sovrapposti fanno la loro figura e sembrano annunciare qualcosa di nuovo, almeno per il cinema italiano. Poi, dopo aver ricordato di averle già viste in parecchi film e serie tv americane, arriva la storia; e qui ci torna alla mente che siamo a Roma e alla proiezione di "
Evil things-Cose Cattive". E come in ogni film italiano indipendente e non, opera prima o nona che si rispetti, è la sceneggiatura a colpire. Per la sua assenza.
Non è mio costume riempire pagine con la sinossi del film, ma in questo caso non è possibile non raccontarla brevemente, cioè, togliendo i dialoghi, quasi tutta la sceneggiatura. In un mondo di "ggiovani" pazzi per il virtuale, c'è un blog che offre la possibilità di mostrare la propria cattiveria. I voti del pubblico di tutto il mondo, portano alla selezione di quattro soggetti, i più cattivi (nella foto), che dovranno incontrarsi in un luogo misterioso della "bassa" mantovana, e sfidarsi
live per decretare il vincitore. Il tutto organizzato dal Master del Blog che prenderà di petto i quattro ragazzi, mostrando su di loro la
propria cattiveria e mettendo tutto il macello in rete.
Nell'ora e mezza di film tutti fanno cose stupide (forse sarebbe stato il titolo giusto...), ingiustificabili come le situazioni in cui si trovano e le parole, spesso "acce", che pronunciano.
Perché un israeliano trapiantato in Usa di 35 anni pensa e realizza "
Paranormal Activity", mentre un italiano di 32 da Imperia non riesce ad andare oltre "
Cose Cattive"? Sono fermamente convinto che non ci siano differenze intellettive tra
Oren Peli e
Simone Gandolfo, ma perché uno scrive un originale successo del paranormale, mentre l'altro non va oltre una serie di immagini splatter, personaggi macchietta e dialoghi didascalici?
Le cose cambiano, titolava
David Mamet, maestro di scrittura. Ed è vero pensando che nel 1960 mentre in Italia Fellini faceva "
La Dolce Vita", Kubrik negli States usciva con il modesto Spartacus... Noi su, loro giù. Altri tempi, altra fame di idee, altra voglia di cogliere occasioni e di raccontare storie.
Oggi i nostri "ggiovani", di cui tanto si parla perché esclusi da una società "vecchia", dovrebbero smettere di frignare e sforzarsi un po' e dimostrare di saper creare qualcosa di originale. Loro che possono, che hanno menti fresche e aperte, che hanno girato il mondo, che sanno scrivere... perché non lo fanno?
Il film, oltre al debutto alla regia di Gandolfo, segna quello nella produzione di Luca Argentero. Un film indipendente che mostra un discreto budget (qualcosa anche dal tax credit) per la realizzazione.
Gli attori fanno del loro meglio, ma è come se qualcosa di oscuro frenasse la loro crescita professionale, lasciandoli acerbi e ai limiti dell'amatoriale.
Credetemi, per chi ama il cinema italiano, è un vero supplizio dover vedere e scrivere l'ennesimo commento su un film fatto da bravi ragazzi, ma che poco si impegnano.
30/01/2013, 17:36
Stefano Amadio