banner970x250
banner430X45

LOCARNO 66 - VIJAY AND I, poco riso e qualche sorriso


LOCARNO 66 - VIJAY AND I, poco riso e qualche sorriso
Voler essere un altro perché insoddisfatto della propria vita è desiderio di tanti, riuscire a farlo con successo e risultati positivi è da pochi. Tra i pochi vi è Will (Moritz Bleibebtreu), il personaggio principale di Vijay and I, commedia agrodolce del regista Sam Garbaski.

La depressione di Will, attore frustrato per il fiasco della sua carriera esplode in occasione del suo quarantesimo compleanno che la famiglia e gli amici dimenticano di festeggiare! Lui che sognava di diventare un nuovo Marlon Brando è invece intrappolato nel personaggio di un Coniglio verde in uno spettacolo per bambini.

Scappatoia surreale ma paradossale è far credere che sia morto in un incidente d’auto. In seguito partecipare al suo funerale travestendosi da Vijay un barbuto indiano manierato con turbante e capelli bianchi che si dice amico di Will. Questo non è che il punto di partenza di una serie di imbrogli e menzogne che l’attore Will, nella migliore interpretazione della sua carriera, inventa per vivere in modo ottimale la sua nuova esistenza.

L’essere un altro diventa un’arte da funamboli nella quale si è sempre sospesi sul filo dell’identificazione. Il pericolo più grande è il contatto con i familiari, figlia e moglie, che conoscono le abitudini e tic dello scomparso e possono ritrovarle nel presunto amico del falso defunto ! Con il suo fascino esotico e le sue gag anche involontarie Vijay se la cava bene e conquista o meglio seduce e riconquista sua moglie Julia che si disinibisce e vive una nuova vita affettiva e sessuale.

Il rapporto tra Vijay e Julia con contrasti psicologici da manuale e i suoi alti e bassi dovuti a situazioni della vita quotidiana delicate e inattese è la parte più interessante e coinvolgente del film .L’attore metamorfosatosi in amico di famiglia vince anche la diffidenza, almeno per un periodo, di Lily la figlia adolescente. Ma sarà proprio lei a scoprire la vera identità del barbuto indiano e a ritrovare il padre. I qui pro quo della vicenda paradossale sarebbero dovuti sfociare in un frizzante, continuo umorismo, e in una travolgente ilarità e invece no !

Non si ride e si sorride a tratti. Al lungometraggio di Sam Garbarski ben ideato e ben elaborato, manca il ritmo della commedia brillante e quel pizzico di follia che creano i film memorabili. La trama interessante e la recitazione brillante, non sono sufficienti a cancellare i momenti di noia che si provano nella visione del lungometraggio.

10/08/2013, 09:35

Augusto Orsi