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BERLINALE 64 - Poca Italia, ma buona. Dal 6 al 16 febbraio


Anche se fuori dalla corsa per l’Orso d’oro, il cinema italiano è comunque presente nella Sezione Panorama alla 64 edizione del Festival di Berlino. Il film di maggiore interesse è Felice chi è diverso di Gianni Amelio. Poi Edoardo Winspeare che racconta la crisi nel sud Italia e Walter Bencini con il suo documentario sui pescatori di Orbetello.


BERLINALE 64 - Poca Italia, ma buona. Dal 6 al 16  febbraio
Gianni Amelio a Berlino con "Felice chi è diverso"
Il regista calabrese dopo aver dichiarato in un’intervista realizzata da Natalia Aspesi di essere omosessuale, arriva a Berlino con il documentario "Felice di essere diverso" che attraverso filmati d’epoca e testimonianze dirette, ripercorre la storia di uomini costretti a vivere in clandestinità la propria omosessualità nel periodo del fascismo e nel dopoguerra.
Segue il film scritto da Edoardo Winspeare e Alessandro Valenti, "In grazia di Dio", ambientato interamente in Puglia e girato con attori non professionisti, come Celeste Casciaro, Laura Licchetta, Barbara De Matteis, Anna Boccadamo e Gustavo Caputo. Si racconta il declino dei cosiddetti 'cinesi d'Italia', i fasonisti, ovvero aziende che hanno fatto fortuna creando capi di abbigliamento per le imprese del Nord. Costrette a chiudere a causa della crisi economica, molte di loro non hanno perso la speranza e sono ritornati alla propria terra, ad un modo di vivere più semplice.

L’edizione di quest’anno della Berlinale segna il ritorno, a dieci anni da Mondovino, del regista americano-brasiliano Jonathan Nossiter, con Natural Resistance. Immagini di archivio della Cineteca di Bologna documentano la lotta dei viticultori per la difesa delle tradizioni locali e contro le pratiche industriali dell’agrochimica che distruggono la caratteristiche più intrinseche dell’uva e del vino, ricostruite poi artificialmente in laboratorio. Un atto di accusa contro le norme imposte dalla UE e il controllo delle multinazionali sull’approvvigionamento alimentare globale.

La sezione del Festival dedicata all’alimentazione e all’ecologia, Culinary Cinema, dove dopo ogni proiezione vengono serviti cibi ispirati al tema dei film, ospita ben due produzioni italiane. Il docufilm di Walter Bencini, "I cavalieri della Laguna", la storia di una comunità di pescatori della Cooperativa di Orbetello che mostra come sia ancora possibile sopravvivere alle regole imposte dall’economia globale, portando avanti un sistema di pesca tradizionale e sostenibile, attento alla qualità come all'equità sociale.
E il cortometraggio del 1957, "Maccheroni" di Raffaele Andreassi, ai tempi in cui nel Gargano il tipico piatto domenicale della pasta al ragù poteva sembrare un lusso quando si era poveri.

Infine Fabio Mollo, con il suo "Il Sud è niente", nella categoria Generation Plus e il documentario "La terra degli Uomini Rossi" del 2008 di Marco Bechis, nella sezione NATIVe - Indigenous Cinema, dedicata alla questione indigena di popoli che rivendicano i propri diritti umani, civili, politici, contro lo sfruttamento delle multinazionali, delle lobby e dei governi.

05/02/2014, 09:51

Monica Straniero