I fratelli Vanzina non smettono mai di stupire. E di lavorare. Seconda pellicola dell'anno, e siamo ad aprile aspettiamocene un terzo, per la coppia di autori sempre attenta alle novità del cinema internazionale; cosa c'è di meglio per il pubblico italiano, dopo "
Quattro matrimoni e un funerale", e la valanga di wedding movie provenienti da ogni parte del pianeta, di un bel film su un bel matrimonio?
Non mancano le contaminazioni eccellenti, da "
Immaturi" fino a "
Compagni di Classe", con gli amici che si ritrovano dopo il liceo, cambiati sì ma in fondo sempre simpaticamente uguali (perché l'amicizia non finisce, l'amore sì!).
Daniele, romano de Roma, interpretato da Ricky Memphis, ha fatto fortuna in Svizzera e sposa la figlia del banchiere suo datore di lavoro. Solo, all'estero, decide di invitare i suoi vecchi compagni di liceo che non vede da anni. Arrivano in quattro, ognuno con la sua interessante storia personale e caratterizzato in ogni dettaglio, accompagnati da mogli e amanti che scateneranno una tempesta di equivoci potenzialmente esilaranti.
L'unico problema è che, definendo così a fondo le storie dei singoli, si finisce per mettere in scena personaggi e situazioni già visti e che, forse, ci hanno già fatto ridere qualche anno fa.
Per stare sull'attualità, c'è l'omosessuale,
Giorgio Pasotti, con fidanzato geloso e preoccupato; c'è il già quarantenne,
Emilio Solfrizzi, così immorale e stupido da portarsi l'amante,
Ilaria Spada, al matrimonio, con
imprevedibile arrivo della moglie,
Paola Minaccioni, guarda un po' squalo/avvocato divorzista; c'è la bella maschiaccia del gruppo,
Stefania Rocca, giocatrice di caletto e sposa di uno smidollato e immorale
Riccardo Rossi che si intrattiene in una casa di piacere; c'è il "piacione"
Adriano Giannini che anche dopo il liceo non l'ha smessa di far danni e di infilarsi in tutti i letti scappando, come il Masuccio salernitano, molto spesso con le brache in mano.
Degni di nota perché un po' nell'ombra
Roberta Fiorentini, l'Itala di Boris, mamma di Daniele, accompagnata da "zio Remo", un
Max Tortora dalle mani molto lunghe.
Va be', diciamo che il pubblico dei film targati Vanzina è così fedele che nulla può distoglierlo dalla sua intenzione e dunque qualsiasi opinione o indicazione che possiamo esprimere è inutile. Facciamocene una ragione e cerchiamo di chiederci però come mai, ad esempio, un giovane regista come
Saverio Di Biagio impieghi 6 anni per fare il suo film "
Qualche Nuvola" che, dopo la Mostra di Venezia del 2011, ancora gira apprezzato per i festival di tutto il mondo, mentre l'industria cinematografica continua a realizzare una serie di prodotti usa e getta, come "
Un Matrimonio da Favola", di cui realmente nessuno ha più bisogno.
10/04/2014, 11:11
Stefano Amadio