BERLINALE 65 - "Il segreto di Otello", più di una trattoria
Al civico 81 di Via della Croce in Roma vi è un luogo magico in cui da svariati decenni i protagonisti della storia del cinema italiano si danno appuntamento. Un luogo fatto di memorie, di ricordi, abitato dai fantasmi dei grandi Maestri che si muovono fra i tavoli in cui ancora oggi, il mercoledì, usano sedersi mostri sacri quali Ettore Scola, Ugo Gregoretti e Citto Maselli.
Quel posto è "Otello alla Concordia", trattoria nel cuore della Capitale che dal 1948, anno della sua apertura, è divenuto il punto di ritrovo per chi ha fatto della settima arte un lavoro e dello stare insieme una passione.
Un posto che trasuda cinema da ogni angolo e parete non poteva non essere raccontato dal cinema stesso, e così Francesco Ranieri Martinotti su sceneggiatura di Silvia Scola ha realizzato il documentario "
Il segreto di Otello".
Il film è un gigantesco amarcord dei tempi andati, costruito attraverso interviste e immagini di repertorio che si mescolano alla perfezione restituendo l'immagine di un felice convivio senza tempo, in cui puoi trovarti ad origliare taglienti analisi di Furio Scarpelli sul valore della scrittura o i racconti di Giorgio Arlorio sulle innumerevoli partite giocate a scopone.
Tra gli odori e i sapori della cucina romana e un bicchiere di vino rosso, si fa prepotentemente spazio la musica dal vivo di artisti quali lo scozzese Donovan o il "neo cantautore" Alessandro Haber, che intelligentemente Martinotti trasforma nella colonna sonora dello stesso film.
"Il segreto di Otello" è un piccolo film che ha il pregio di farti sentire completamente partecipe di ciò che racconta e di svelare gustosi retroscena del cinema italiano, come il fatto che dietro a tante sceneggiature dei film che fecero la storia si celavano proprio loro, Otello e la sua trattoria.
E sui titoli di coda hai solo una gran voglia di prenotare un posto a tavola per il prossimo mercoledì.
11/02/2015, 07:00
Antonio Capellupo