VENEZIA 72 - "Milano 2015"
È l'esigenza di sottolineare ogni tre secondi di essere i migliori a rendere "
Milano 2015" un film eccessivamente pieno di sé . Il documentario, firmato da sei registi per sei episodi, racconta in maniera anche piacevole la svolta di una città, la sua rinascita dalle ceneri di scandali e disgrazie. Milano c'è e si vede, è nuova e funziona alla grande, è ricca di professionalità, attenta alle minoranze e agli artisti, ma l'esigenza di aggiungere al racconto di queste indubbie qualità aggettivi e superlativi appare decisamente superflua e controproducente.
Più che registi, testimoni, occhi che ci raccontano da punti di vista diversi il carattere di una Milano nuova. Solo Soldini e Diritti dimostrano di essere registi, mentre per gli altri tra camera-car, di moda quando c'era ancora Brosio davanti al Palazzo di Giustizia, e chilometri di viaggio e di "pellicola" su tram e metropolitane efficientissime, la mano si sente meno anche se il risultato rimane pulito e soddisfacente, narrativo ma televisivo.
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Milano 2015" è un manifesto curioso ma non assoluto, fotografia costruita intorno all'idea di una città che forse si guarda troppo allo specchio.
11/09/2015, 19:34
Stefano Amadio