Note di regia di "90 BpM"
“90 BpM” è una storia intensa che non riesci facilmente ad inquadrare ma che assapori momento dopo momento con intenso piacere e continua curiosità, ridefinendosi fino alla fine per sorprenderti fino all’ultimo fotogramma.
Tutto è partito da una domanda: Esiste una vita oltre la vita?
Ci siamo chiesti se questa vita è la sola che gli esseri viventi vivono durante la loro esistenza o esiste dell’altro da un altra parte di cui non siamo consapevoli?
Questo è il viaggio che farà lo spettatore che immedesimandosi nel protagonista conoscerà degli aspetti della nostra esistenza che non immaginava di poter trovare nelle persone che ogni giorno ci circondano. Ognuno di noi è depositario di verità nascoste che nel momento in cui si rivelano possono cambiare per sempre la nostra vita. E allora anche la morte assume un altro aspetto, meno drammatico e più spirituale. L'esistenza di altre dimensioni può rendere la nostra anima libera di muoversi e agire nello spazio infinito e nel tempo eterno.
Spesso si pensa che quando si gira un film di “genere” occorrano cifre di rilievo e sicuramente quelle permettono di realizzare ciò che la fantasia crea senza limiti di alcun genere, ma creando la giusta ambientazione data da un accurata scelta delle locations ( e in un posto come la Sicilia quelle non mancano, poiché è di per sé un set naturale) e avvalendosi di una ricercata fotografia (dai toni caldi e saturi) e di un equilibrata scenografia a tono con i costumi e la scelta della giusta troupe tecnica, il tutto indispensabilmente curato ad alto livello con straordinarie professionalità del settore, si riesce, partendo da una sceneggiatura ben scritta e interpretata da un cast di attori eccezionali ad ottenere un livello cinematografico di eccellenza. Proprio per questo, nonostante il film sia un low-budget, abbiamo creduto nelle potenzialità delle nostre forze che a braccetto con la nostra passione ha portato a dei risultati vicini a quelli ottenuti da film in cui i soldi sono in abbondanza.
Salvo Campisano, Filippo Arlotta