NINNA NANNA - Quando è triste essere madre
Due registi uomini, insieme a due sceneggiatori, anch'essi uomini, scrivono un dramma tutto al femminile che racconta la depressione post parto. I presupposti sembrano azzardati, anche perché
Enzo Russo e Dario Germani non sono neanche genitori, quindi si potrebbe pensare sappiano ben poco di cosa voglia dire accogliere un bambino nelle proprie vite, in particolare per una donna.
Eppure con "
Ninna nanna" riescono a raccontare lo struggimento interiore della protagonista, una neo-mamma, interpretata da
Francesca Inaudi, e lo fanno senza esagerazioni, senza stereotipi e soprattutto senza la presunzione di voler mandare un messaggio. E' un racconto profondo e reale, senza fronzoli.
Un applauso va sicuramente al coraggio di raccontare una patologia a cui viene dato ben poco spazio e al fatto che lo abbiano fatto con una storia plausibile, intima e sincera. Il personaggio di
Francesca Inaudi è reale e decifrabile, nonostante non ci venga spiegato fino in fondo: non vediamo le sedute con lo psicologo o il suo incontro con la madre che non vede da anni, ma effettivamente non serve (d'altronde non è un trattato medico sulla depressione post partum). Vediamo la perdita del sorriso di questa mamma, basta il parto e il cambio è quasi radicale, e vorremmo aiutarla. Questo forse anche grazie al talento di Francesca Inaudi, mai esagerata nella sua interpretazione.
Da menzionare anche
Nino Frassica che con il suo bizzarro personaggio fa sorridere il pubblico, nonostante l'atmosfera del film tutt'altro che allegra. Frassica interpreta lo zio della protagonista e non solo rallegra: in più di un'occasione ci ricorda l'esigenza di non lasciare solo nessuno, siano essi gli immigrati sui quali vuole fare un documentario, sia la nipote che le ricorda la moglie abbandonata anni prima.
"
Ninna nanna" è un film onesto che tocca corde nuove e, come un esploratore che si ritrova su un terreno nuovo e incontaminato, lo fa con delicatezza e attenzione.
Elisa Pulcini28/06/2017, 13:58