NOVE LUNE E MEZZA - Per un figlio a tutti i costi
Opera prima sì, novità pochine. Tema d’attualità, svolgimento di repertorio. Dopo un’estate desertica, tornano le commedie italiane.
Michela Andreozzi debutta alla regia di un lungometraggio e fa del suo meglio per cercare di portare aria nuova nel suo film. Ma non è così facile.
"
Nove Lune e Mezza" racconta di tante coppie, di una famiglia, di due sorelle e di come una delle due presti l'utero all’altra per avere il tanto desiderato figlio. Tematiche alte e dibattute, ma anche un modo di raccontarle molto easy, che, per cercare di non appesantire la faccenda finisce per renderla così leggera da essere molto poco interessante. Sin da subito si intuisce il percorso che la sceneggiatura andrà a prendere, con i personaggi non del tutto originali e alcuni degli interpreti, come
Claudia Gerini, Stefano Fresi e Alessandro Tiberi che appaiono spremuti da tante performance disegnate sullo stesso stampo.
Gli argomenti che affronta
Michela Andreozzi, insieme agli sceneggiatori
Alessia Crocini e Fabio Morici, sono di sicuro interesse e legati a temi oggi molto discussi. La messa in scena e la scelta di riportare tutto sui canoni della recente commedia, che tanti piaceri ha dato ai botteghini e che ora segna il passo non rispondendo più alle esigenze del pubblico, bloccano un film potenzialmente divertente in un angolo correttamente scorretto, facile da digerire, sempre pronto al suggerimento per chi non avesse capito, o al racconto “in macchina” per chi si dovesse sentirsi poco coinvolto.
Il film di Andreozzi è semplice e chiaro, attento a non offendere ma ispirato dalla voglia di una certa, positiva trasgressione.
Lillo strappa come al solito le sue meritate risate, grazie a sé e al suo ruolo, mentre gli altri fanno con mestiere il loro lavoro, anche qui aiutati o sfavoriti dai saliscendi di una sceneggiatura che non spinge sull'acceleratore neanche quando temi e situazioni lo permetterebbero ampiamente.
09/10/2017, 14:41
Stefano Amadio