Note di regia di "A Mano Disarmata"
C'è sempre un motivo per cui si vuole fare un film, a volte anche più di uno. "A mano disarmata", per esempio, è una storia che cattura sia dal punto di vista umano sia per un alto valore socialmente importante attraverso la quale veniamo catapultati nel mondo di Federica Angeli, giornalista di "La Repubblica”, rendendoci quindi conto di cosa abbia vissuto e di cosa stia attualmente vivendo.
Federica infatti, la nostra protagonista, nella vita reale è stata la prima persona a Ostia che in quarant'anni abbia avuto il coraggio di denunciare alla Magistratura gli atti perpetrati da cosche criminali nei confronti della popolazione del litorale romano.
A differenza di altre recenti produzioni cinematografiche, piuttosto che far prevalere le "imprese" delinquenziali, abbiamo pensato, questa volta, di far risaltare le gravissime e terribili situazioni nelle quali si trova una persona, sotto minaccia di morte, a cui viene assegnata una scorta armata.
Situazioni che coinvolgono quindi sia la propria vita che quella della sua famiglia, rivoluzionando completamente la quotidianità e rinunciando così alla libertà.
Metteremo in evidenza fatti e situazioni poco conosciuti dal pubblico, che costituiscono e attengono allo stretto "privato" della nostra protagonista.
Per concludere, riteniamo che tanti e validi siano i motivi per cui questo film debba essere realizzato con lo stesso impegno e con la stessa passione che contraddistingue e merita una storia come questa, fatta di scelte, di dubbi, di solitudine ma insieme di forza, di coraggio e di amore che caratterizzano la vita di una donna, giornalista, moglie e madre, e che quindi non potrà non portare al coinvolgimento di un vasto pubblico interessato e attento ad aspetti poco noti e quasi mai raccontati dai mass-media.
Un film dove viene raccontata una storia vera, ricca soprattutto di un'alta dignità morale, di un forte senso di responsabilità civile e un estremo bisogno di ricerca della verità, qualità di cui tutti oggi sentiamo il bisogno.
Claudio Bonivento