TERRE DI CONFINE FILM FESTIVAL - Dal 24 settembre al 4 ottobre
Due terre lontane ma con una forte anima in comune, a partire dallo spirito di resistenza all’isolamento alle radici del pastoralismo e la piaga dell’emigrazione. Due terre come la Sardegna e le isole Shetland, che si incontreranno al XIII “Terre di confine filmfestival” per un’edizione declinata al femminile in un singolare abbraccio tra cineaste, donne pastore ed emigrate delle isole remote.
Dopo la partecipata anteprima di dicembre, la manifestazione (saltata a marzo a causa del Covid) prende ora forma dal 24 settembre al 4 ottobre grazie all’impegno di un team capitanato da due giovani direttrici artistiche, l’attrice e voice-coach Antonella Puddu e la pluripremiata regista di film di animazione stop-motion Michela Anedda. Nonostante le difficoltà incontrate a causa dell’emergenza sanitaria il festival già si preannuncia particolarmente ricco di appuntamenti tra proiezioni, presentazioni di prime regionali, lezioni di cinema, mostre e concerti.
Il programma è stato presentato stamani alla Cineteca sarda di Cagliari alla presenza di Puddu e Anedda, di Sandro Sarai, presidente dell’associazione organizzatrice “Su Disterru” e dei sindaci di Asuni e Solarussa, Gionata Petza e Mario Tendas.
L’evento è realizzato con il patrocinio e il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione Sardegna Film Commission, i Comuni di Asuni e Solarussa e il Consorzio Turistico Sa Perda ‘E Iddocca.
Nel corso della conferenza è stato proiettato “De s’atra parti de s’arriu”, lo spettacolare video-spot-animato realizzato da Michela Anedda attraverso il laboratorio cinematografico che ha coinvolto gli abitanti di Solarussa e Asuni, con il contributo di Antonella Puddu nel ruolo di voice-coach.
Le date e i luoghi.
La rassegna prende il via giovedì 24 settembre alla Cineteca sarda di Cagliari per proseguire il 25, 26 e 27 all’Anfiteatro di Asuni e nel cortile del MEA, e concludersi il 2, 3 e 4 ottobre a Solarussa tra il cortile di Casa Sanna e Casa Naitana.
La sezione monografica è dedicata a ‘Shetland e altre isole remote’ mentre quella tematica alle ‘donne pastore’. Al riguardo, ospite molto attesa è la regista Anna Kauber che introdurrà temi di forte attualità come l’isolamento, la distanza e le migrazioni attraverso film ed episodi di serie tv che testimoniano diversi gradi di stereotipizzazione e i tentativi di prenderne le distanze.
Kauber sarà ospite il 24 a Cagliari per introdurre la questione del pastoralismo al femminile e dare il via alle proiezioni dei documentari a tema: “Clavel” di Shona Main e i corti di Jenny Gilbertson Brown, oltre al suo apprezzatissimo “In questo mondo”. A presentare la regista sarà Giovanni Maria Dettori, direttore della sede Regionale Rai. Kauber sarà presente anche sabato 26 ad Asuni per dialogare con il regista Tomaso Mannoni assieme alle pastore sarde protagoniste del suo documentario.
Le proiezioni.
In questa edizione saranno proposte opere dedicate alle Shetland e ad altre isole remote
dell’arcipelago britannico. Novità assoluta per il festival è la presenza di una serie tv all’interno della rassegna, con la proiezione delle prime due puntate della fortunatissima serie della BBC “Shetland”, che ha spopolato in Gran Bretagna. Nei film proposti si parla la lingua di questi territori, la lingua sarda campidanese, il logudorese, l’inglese, l’italiano e le lingue regionali della penisola.
In calendario sono incluse le proiezioni degli otto corti finalisti di Visioni Sarde, mentre c’è grande attesa il 27 settembre ad Asuni per la prima regionale assoluta di “Padenti”, l’ultimo lavoro del regista Marco Antonio Pani, girato nella foresta di Is Pranus, a Escalaplano nel luglio 2019. Sempre ad Asuni sarà presentata l’anteprima del documentario “Sonallus” di Tomaso Mannoni.
Non poteva mancare “Assandira”, il capolavoro di Salvatore Mereu con protagonista Gavino Ledda, fresco del successo come fuori concorso al Festival di Venezia.
Altra prima regionale sarà sabato 3 ottobre a Solarussa, per il film restaurato “Il processo a Catarina Ross” di Gabriela Rosaleva, che riproduce i verbali del processo svoltosi nel 1697 nella confederazione svizzera contro una contadina trentaduenne. L’autrice presenterà inoltre il suo documentario omaggio a Grazia Deledda girato con il supporto dell’Università di Sassari. Da segnalare la presenza di Luisa Cutzu, che proporrà il trailer di un suo nuovo lavoro documentario dedicato proprio a Gabriela Rosaleva.
Dalle streghe della Svizzera il filo conduttore porterà poi alla proiezione di “Surbiles” (figure mitologiche sarde) di Giovanni Columbu.
Tra gli altri saranno proposti due film cult del 1973, “The Wicker man” di Robin Hardy, una vera chicca per gli amanti dell’horror, e un estratto del capolavoro “Cul de sac” di Roman Polanski. Tutti i film sono sottotitolati in italiano a cura del festival.
La tradizionale ‘finestra sul cinema sardo’ porterà al festival lezioni di cinema documentario, come pure di analisi e critica cinematografica a cura di Giovanni Columbu.
Le mostre fotografiche.
Al MEA di Asuni si potrà godere della mostra omaggio a Maria Lai dal titolo “Le vene rosse di Ulassai” e il Trittico video “Ruviu - Biancu – Nigheddu” ideati dalla performer e artista gavoese Chiara Mulas in collaborazione con il fotografo Enrico Lai.
A Solarussa il fotografo Alessandro Mirai presenta “A festival can hide another - Un festival può nasconderne un altro”, esposizione di foto scattate nel 2017 durante la 32esima edizione del Midnight Sun Film Festival, all’epoca pubblicate sul sito del MSFF.
21/09/2020, 12:58