Sinossi *: Fra il tramonto e l’alba,
nel sonno o attraverso l’uso di unguenti magici,
abbandonano il loro corpo fisico,
penetrano nelle case in cui ci sono dei bambini
e succhiano loro il sangue.
Possono trasformarsi
in fumo, in vento o in acqua,
oppure entrare nel corpo di una mosca.
Questa metamorfosi, che non fa loro perdere
l’umana coscienza, il dolore e il terrore del loro stato,
viene attribuita a una condanna del destino
o della volontà divina.
Per difendersi dalla surbile si ricorre
a semplici oggetti d’uso domestico messi in posizione rovesciata,
oppure a un pettine, a una falce dentata o a dei granelli di semola,
La surbile li conta e contando si incanta,
perché non riesce a contare oltre il numero sette.
Così ricomincia ogni volta da capo, fino all’alba
quando è costretta a rientrare nel proprio corpo.
Nei villaggi della Sardegna Centrale,
in passato, veniva attribuita a queste donne
la morte improvvisa e inspiegabile di molti bambini.
Storie di surbiles, figure femminili immaginarie prossime alle streghe e ai vampiri, che in un passato non molto lontano erano diffuse nella cultura popolare della Sardegna.
Il film, a seguito di una ricerca svolta sul campo, presenta alcune testimonianze, e la ricostruzione visiva delle storie raccontate, con il coinvolgimento nella messa in scena delle persone – donne, uomini, bambini - del luogo.
Tra le storie rappresentate, quella di una surbile che per entrare in una casa si rivolge agli oggetti affinché le aprano la porta, e quella di un’altra che per raggiungere velocemente la casa in cui c’è un neonato si cosparge di un unguento magico. E ancora altre storie in cui le surbiles compaiono come figure buone, che proteggono i bambini da altre surbiles cattive. Allora tra i corpi immateriali delle due specie possono scatenarsi feroci combattimenti.
Note:
Raccontatori in ordine di apparizione
Simona Bussu, Zuvanna Bussu, Zina Bussu, Maria Anna Bussu, Teresa Lostia, Ida Cottu.
Cercatori di Racconti
Rosella Mattu, Antonio Murru, Rina Bussu, Gabriele Basoccu.