VENEZIA 78 - "E' Stata la mano di Dio"
Paolo Sorrentino affronta il racconto personale, i ricordi e quelle esperienze che formano la vita. E coglie, come sempre, nel segno. "
È Stata la Mano di Dio" fotografa una parte della vita del regista da giovane, intorno ai 16 anni, e un momento, la morte fatale dei genitori, che nella sua tragicità è la porta verso la maturità e la visione chiara chiara di una futuro pieno di significati.
La vita in famiglia, spensierata e a volte divertente, i parenti vicini e lontani che compongono un quadro napoletano ricchissimo di sfumature e personalità, lo scontro violento con la morte, inattesa, casuale, ingiustificabile per la sua stupida cecità. Fino all’incontro con il regista
Antonio Capuano, scintilla di quella passione per la regia cinematografica che lo porterà a scegliere di lasciare Napoli e partire per Roma.
Proprio l’incontro e il dialogo acceso con Capuano, regista emergente, rivelazione della seconda metà degli anni 80, sono tra i più significativi sul mondo del cinema, oggi attualissimi alla luce della nascita come funghi di giovani registi ricchi di sogni, fantasia, tecnica e buone intenzioni ma che in fondo non hanno assolutamente niente da dire. È sullo schermo questo si vede, importante limite delle nuove generazioni di autori, capaci di rifarsi a vecchi film, vecchi romanzi, vecchi personaggi e situazioni, senza creare niente di veramente personale e nuovo.
Paolo Sorrentino invece sembra avere sempre qualcosa da raccontare, un’esigenza che arriva prima della messa in scena, perfetta e ricca come sempre, e che dà un senso ad ogni suo film.
Anche la scelta degli attori e delle attrici è come al solito perfetta;
Filippo Scotti, il giovane protagonista Fabietto,
Luisa Ranieri, nel ruolo della sensuale zia un po’ pazza,
Renato Carpentieri, anche lui zio avvocato, rivoluzionario e controcorrente;
Toni Servillo e Teresa Saponangelo i genitori simpatici, affettuosi e sfortunati. I ruoli minori sono curatissimi, dallo zio cornuto
Massimiliano Gallo, allo "strano" del palazzo di
Lino Musella, immagini di un passato che rimangono fisse nella mente e che solo il talento riesce a ripescare e a rimettere sullo schermo con la precisione di
Paolo Sorrentino.
02/09/2021, 20:00
Stefano Amadio