FESTA DEL CINEMA DI ROMA 16 - "Takeaway", sul podio a tutti i costi
Maria (
Carlotta Antoonelli) è una giovane atleta, una marciatrice, l’orgoglio del padre che crede fermamente che diventerà una campionessa. La ragazza si allena ogni giorno con il suo compagno Johnny, un ex preparatore atletico caduto in disgrazia dopo aver aiutato molti giovani atleti con sostante illegali ed essere stato scoperto e denunciato. Per agevolare la compagna che non riesce a fare i tempi giusti Johnny decide di iniziarla all’uso di anabolizzanti e varie sostanze per permetterle di gareggiare. L’arrivo nella vita di Maria di Tom, ex atleta un tempo allenato proprio da Johnny che gli ha stroncato la carriera, cambierà le prospettive della ragazza, aumentando in lei i dubbi sulle sue scelte di vita.
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Takeaway" diretto e scritto da
Renzo Carbonera è una parabola sportiva che non ha nulla di epico come le tante che siamo soliti vedere al cinema, ma racconta un tema forse poco trattato e che spesso è stato protagonista delle cronache: il doping. Maria si divide tra gli allenamenti, il compagno che gestisce una squallida stazione di servizio e i genitori titolari di un albergo deserto, siamo nel 2008 e la crisi finanziaria globale è agli albori.
Un’esistenza quella di Maria senza slanci, nemmeno nello sport, nel quale non riesce a eccellere, ragione che la porterà a fare uso di anabolizzanti incoraggiata dal padre accecato dal miraggio del successo per l’amata figlia e dal compagno cinico, indifferente alla sofferenza fisica di Maria, interessato solo all’obiettivo perché “esiste solo una morale: il podio”. Non l'allenatore “padre” che guida e fa crescere gli atleti, che insegna loro l’importanza della lealtà, della fatica, la bellezza dello sport. Maria non si sacrifica, non lotta contro sé stessa e il suo corpo per realizzare un sogno, vuole tutto e subito, forse per evadere da una realtà spenta, sottolineata anche dalla fotografia di
Luca Coassin, e da un futuro infelice come quello dei suoi genitori, con la madre che fa uso di antidepressivi e il padre fallito. Nemmeno Tom, ferito nel corpo e nell’anima dalle conseguenze dell’uso di sostanze dopanti, dà una vera speranza di cambiamento nella vita di Maria.
La metafora sportiva diventa nell’opera seconda di Carbonera una lucida metafora della nostra società che in ogni ambito spinge a superare i limiti, a inseguire il successo a tutti i costi, in una continua “corsa” alla competizione per non tradire le aspettative che abbiamo su noi stessi, per dimostrare di valere anche se ci facciamo male. Come Maria che vomita, ha dolori lancinanti e nuoce al suo corpo solo per vanagloria.
“Takeaway” riserva anche una delle ultime interpretazioni del compianto
Libero De Rienzo in un ruolo misurato e crudele.
16/10/2021, 23:30
Caterina Sabato