Note di regia di "Tiziano. L'Impero del Colore"
Tiziano è il maestro del colore, ma non solo: lontano dal mito dell’artista romantico, del genio solitario, Tiziano aveva creato una factory ante litteram, coinvolgendo allievi, parenti e collaboratori. È paragonabile a un Jeff Koons del Rinascimento. In questo film ripercorriamo la vita e la vastissima produzione artistica di Tiziano Vecellio, concentrandoci su una cinquantina di lavori: dalle grandi composizioni religiose alle scene mitologiche, per arrivare ai ritratti e alle Veneri. Sfiorando la superficie della tela, la telecamera rende percepibile la materia pittorica e lo spessore delle pennellate. Abbiamo ripreso le opere nel loro contesto attuale, nelle chiese e nei musei più importanti d’Europa, per godere del rapporto tra i quadri e lo spazio che le ospita. Anche la composizione e l’illuminazione delle interviste si rifà all’atmosfera pittorica, echeggiando il famoso “ritratto psicologico” di Tiziano. E infine c’è Venezia, altra protagonista del film al fianco di Tiziano: dalla grandiosa Piazza San Marco ai canali tortuosi tra le isole; suggestivi movimenti ascensionali restituiscono la magnificenza della città d’acqua, che ha tanto influenzato i colori del pittore.
Giulio Boato
Tiziano il pittore che ha conquistato l‘Europa intera. Un uomo che ha saputo dare corpo e carne alla bellezza, che attraverso la sua arte e il suo sguardo così impavido ha saputo prendersi il successo, le corti, la fama e il denaro che desiderava. È questo il tema che ho individuato per lo sviluppo drammaturgico del film e coinvolgere lo spettatore. Dai boschi del Cadore, Tiziano arriva nella nobile Venezia ed uno dopo l’altro conquista tutto quello che un pittore ambizioso può desiderare: la nobiltà veneziana, lo stato veneziano, il clero, Roma, le corti italiane, le corti europee. Ho voluto sottolineare la ‘missione’ e la determinazione di Tiziano tramite alcune dichiarazioni degli intervistati, il voice over dal tono epico e l’uso dei re-enactment, dove ho rappresentato il potere con i protagonisti dei suoi ritratti, che spiccano su un fondo nero. Per rendere più emozionale e coraggiosa l’avventura del pittore, ho inserito dei re-enactment di Tiziano da bambino nei boschi che gioca con degli elementi che gli sporcano le mani: fragoline di bosco, more… Sono dei momenti di contatto intimo con la natura, molto suggestivi e romantici, che ritornano più volte all’interno del film, come quando muore la moglie e osserva le montagne o quando guarda al suo passato nei momenti difficili della vita. Una regia condivisa con Giulio Boato - che ha seguito la regia della parte documentaristica - mentre io ho curato le rappresentazioni del suo immaginario e della sua storia, in una messinscena astratta ma che penso restituisca parte dell’essenza emozionale della sua opera.
Laura Chiossone