TORINO FILM FESTIVAL 40 - Ipersonnia
Premio Solinas - Experimenta 2011 per la sceneggiatura, "
Ipersonnia" aveva tutti i requisiti per diventare un film avvincente ma soprattutto un'analisi utile ad indagare i risvolti dell'abuso di potere che si fonda sul mito della sicurezza.
Gli sceneggiatori Alberto Mascia (anche regista) e Enrico Saccà avevano individuato una deriva possibile della lotta al crimine, immaginando una società dove il problema del sovraffollamento nelle carceri viene risolto mettendo sostanzialmente in letargo i detenuti per tutto il periodo della loro condanna (in bozzoli che sembrano crisalidi, viatici per una vita nuova). L'iter prevede che ogni tre mesi vengano risvegliati e ricondotti alla realtà, della loro condizione e del loro crimine.
Concentrandosi inizialmente su questi risvegli, il film trasmette molto bene l'angoscia di ogni ritorno alle proprie responsabilità, brevi intervalli a interropere i mesi trascorsi tra sogni e incubi, ma va poco oltre.
Con una trama che vuole deliberatamente confondere i piani mentali e temporali, forse incerti se premere l'acceleratore sul piano del thriller o su quello della denuncia politico-sociale, si arriva ad eccedere perdendosi negli stratagemmi.
Non aiuta
Stefano Accorsi, che nei panni dello psicologo con un passato doloroso e un presente problematico, carnefice e vittima come tanti suoi predeccessori della storia del cinema, trasmette poca empatia verso il suo personaggio.
Se le dinamiche e i protagonisti non convincono, però, i luoghi parlano da soli: il carcere-fabbrica isolato in montagna e i quartieri-alveare dove si trovano a vivere gli ex detenuti 'rientrando' in società sono di una desolazione lancinante.
Ora restiamo in attesa di un remake.
27/11/2022, 09:57
Sara Galignano