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Note di regia di "La Paddotta"


Note di regia di
Gli elementi

La Caravanserraglio Film Factory è stata fondata nel 2014 dal regista Massimo Bondielli, dal coach Marco Matera e dal biologo ambientale Gino Martella. Dopo il documentario Se io fossi acqua (2013), dove si racconta la forza distruttrice dell’acqua nell’alluvione delle 5 Terre e della Val di Vara (25/10/2011) e la decisione di una comunità di ripartire proprio dalla ricostruzione di un acquedotto; dopo il documentario Il sole sulla pelle (2019), sviluppato con L’Aura Scuola di Cinema di Ostana di Fredo Valla e Giorgio Diritti, dove il fuoco brucia la vita di 32 persone nella strage ferroviaria di Viareggio (29/06/2009) ma chi è sopravvissuto sa trasformare dolore e rabbia in coraggio e azione, facendo germogliare nuova vita. Dopo l’acqua e il fuoco è giunto il momento di misurarsi con un elemento nuovo: la terra.

La grammatica

Tutto parte da un rito. L’estate, dopo la morte di mio padre avvenuta nel 2010, ogni volta che tornavo nel Salento con la mia famiglia, prima di passare da casa di mia madre, passavo dalla nostra campagna. Mio figlio Niccolò prendeva un ramoscello d’ulivo e lo portava sulla tomba di nonno Nicola. Guai se oggi mio padre tornasse e vedesse i suoi ulivi ridotti in queste condizioni. Morirebbe una seconda volta.

La sintassi

Da figlio del Salento, mi sono chiesto: chi sono? Sono Enea “eroe perdente”, che fugge da Troia in fiamme con il padre Anchise sulle spalle, il figlio Ascanio accanto e la statua di Pallade Atena in mano? Oppure sono Odisseo “eroe vincente”, che tornato a Itaca dopo 10 anni, riconoscendo suo padre intento a lavorare in campagna con la tunica sporca, resta incerto e dubbioso sul da farsi? Sono Enea in cerca di risposte che riguardano il futuro e le ragioni stesse del peregrinare? Oppure sono Odisseo, mosso dal desiderio di conoscere il destino personale? Sono figlio di Anchise o sono figlio di Laerte?
I due personaggi in scena, l’uomo con il barattolo e il giovane scultore, non parlano. I suoni della natura e dell’uomo si trasformano in dialoghi musicali. Il racconto visivo è accompagnato da tre voci narranti. La prima, quella del giovane Niccolò, colloca il racconto nei ricordi d’infanzia. La seconda, quella di Giuseppe Cederna, definisce le coordinate relazionali tra padre e figlio. Infine, la terza voce narrante, quella femminile di Elisa ispirata da Atena, si rivolge agli alberi di ulivo e all’uomo indicando la direzione di un nuovo viaggio. “La Paddotta”, termine con cui in griko salentino si nomina una zolla di terra, è un cortometraggio di finzione, applicazione sul campo della lezione del documentario narrativo.

Gino Martella