Note di regia di "Fraria"
Frarìa è una storia di formazione in cui un adolescente si confronta con la propria identità di fronte alla comunità in cui vive: la Sardegna rurale, un luogo apparente immobile, in cui tuttavia si preannunciano i profondi cambiamenti sociali e politici che, nel primo dopoguerra, porteranno al fascismo. Angelo sente su di sé la pressione della violenza esercitata nei propri confronti da parte dei ragazzini del paese, ma riconosce anche le prepotenze subite dal fratello maggiore, Agostino, e dalla sua compagna Nina, vessati dalle camicie nere. Com’è possibile reagire, quando il mondo sembra essere rivolto contro di te? Come superare la paura? Frarìa è la storia di un apprendistato: Angelo è un ragazzo che impara a dire di “No”. Una piccola ribellione che avviene nel giorno della festa, quando la piccola comunità del villaggio si riunisce. È lì che il giovane protagonista decide da che parte stare. Il film è liberamente ispirato ad alcuni racconti d'infanzia di mio nonno avvenuti negli anni ’20 del secolo scorso, ma è una narrazione universale: è la mia storia di ragazzo cresciuto nella provincia, ma anche quella di tutti coloro che, a prescindere dalla provenienza geografica e dall’età, almeno una volta si sono sentiti schiacciati nel proprio paese, nel proprio quartiere, e che, per crescere, hanno dovuto imparare a dire di "No".
Alberto Diana