BERLINGUER. LA GRANDE AMBIZIONE - Segre fa
il pienone al cinema Duomo di Rovigo
C'erano molti occhi lucidi e volti visibilmente commossi all' uscita del cinema Duomo di Rovigo, domenica, soprattutto tra quegli spettatori che per ragioni anagrafiche hanno vissuto la stagione narrata nel film: gli attentati, il tentativo di unità nazionale, l'assassinio di Moro e infine la morte di Berlinguer.
Eventi che sono al centro del film "
Berlinguer. La grande ambizione" di Andrea Segre, che lo scorso weekend ha registrato subito numeri da record nella sala di vicolo Duomo. E che domenica ha visto una doppia proiezione, con il regista in sala alle 21 e un'ospite eccezionale fin dal pomeriggio: Luciana Castellina, presidente emerita dell'Arci, storica firma del Manifesto, ex parlamentare ed europarlamentare. Che con Segre ha avuto nelle scorse settimane un vivace scambio di visioni proprio sulla figura di Berlinguer tracciata nel film.
Castellina era presente dalle 16 per la proiezione di "16 millimetri alla Rivoluzione", acclamato al festival di Torino, che ripercorre la storia e l'eredità del Partito comunista italiano. La proiezione, promossa dal circolo Arci 2 Giugno di Rovigo, ha portato in sala più di un centinaio di persone, che poi si sono fermate al cinema Duomo per il film di Segre: platea piena nella proiezione delle 18.30, cinema quasi sold out in quella del dopocena.
Nel film "Berlinguer" è Elio Germano a incarnare il segretario del PCI, esprimendone il lato umano prima che politico, nel periodo che va dal colpo di stato in Cile e dall'attentato in Bulgaria del 1973 all'ucciosione di moro allindomani del compromesso storico, per concludersi con le toccanti immagini del funerale di Berlinguer. Sono gli anni dell'affermazione del PCI, invisa tanto alla NATO che all'Unione Sovietica per la ricerca italiana di una via democratica al Socialismo.
La grande ambizione del titolo, ha commentato Segre in sala, è quella "di chi costituisce qualcosa di collettivo, di chi voleva trasformare la società all'interno delle regole democratiche, non attraverso la rivoluzione armata. Gli anni che narriamo sono un momento di grande climax emotivo e quindi un ottimo elemento su cui costruire una storia". Negli anni della strategia della tensione, narrare le vicissitudini di Berlinguer e del PCI aiuta a comprendere i fatti successivi: "Ci sono stati tanti film sul sequestro Moro, tutti importanti, ma mancava un film che raccontasse come si è arrivati al sequestro".
Il film è stato per Segre e per il cast una vera e propria immersione nella vita e nel pensiero del protagonista, ma anche nella politica e nella vita di quegli anni: "Elio Germano l'ho scelto subito non solo per le sue capacità di attore, ma perché sapevo che con lui potevo dare un percorso di riflessione sul cosa e sul perché, non solo sul come interpretare la parte". Molte le domande dal pubblico, centrate spesso sulle figure di Berlinguer e di Moro, ma anche sulla ricerca di un messaggio nel film.
Segre si è trattenuto a Rovigo anche nella mattinata di lunedì, proprio per presentare il suo film ad alcune classi di scuole superiori della città. Perché vale la pena riscoprire questa fase della Storia italiana? "La mia speranza - dice Segre - era che questa storia dialogasse con il presente. I molti giovani che vengono in sala mi dicono che in questa storia vedono quello che gli manca, sentono la nostalgia di un senso della politica che ti dice qualcosa della vita". Il film "Berlinguer. La grande ambizione" rimane in programmazione anche questa settimana al cinema Duomo, con gli orari indicati nel sito www.cinemaduomo.it.
18/11/2024, 09:36